Sentenza illuminazione pubblica. Madeo (Azione): Le spese può pagarle il sindaco

“Per amministrare bisogno conoscere: ma, per conoscere, bisogna studiare”. Ormai torna sempre più di moda l’espressione di Giuseppe Medici, politico democristiano del dopo Guerra italiano, appartenente a quella classe dirigente politica che ha ricostruito l’Italia dopo gli orrori di due guerre mondiali e di una dittatura.

Torna di moda, in questo periodo di distruzione pandemica, politica-amministrativa, l’accortezza con la quale i primi amministratori italiani democraticamente eletti hanno amministrato la “cosa pubblica”. Una nuova Città, europea, di 80.000 abitanti dovrebbe essere ispirata a tali principi e dovrebbe conoscere l’entusiasmo e l’accortezza di una nuova classe dirigente, preparata. I nuovi amministratori, veramente di rottura con la seconda repubblica, dovrebbero seguire i principi di economicità, efficienza ed efficacia, obbligatori per legge, nella gestione del denaro pubblico. Dovrebbero prestare maggiore attenzione, più di quanto ne presterebbero nella gestione del proprio denaro o patrimonio, proprio per non tradire il rapporto di fiducia che lega la politica ai cittadini.

Ancora assistiamo, invece, ad un atteggiamento approssimativo e offensivo della gestione del patrimonio comunale da parte di questa amministrazione, insomma nulla è cambiato. Non bastavano i pozzi comunali realizzati su falde acquifere non potabili, ora siamo passati alle improbabili spese legali. Le controversie giuridiche si valutano anche in base alla possibilità di vincere, oltre al valore economico del giudizio. Nessuno, nella propria vita privata, affronterebbe un giudizio spendendo 20.000 euro di spese legali sapendo di perdere, apostrofando la spesa con una volgare espressione da orinatoio.

Visto che probabilmente per il nostro Sindaco 20.000 €, dei nostri contribuenti, sono una spesa irrisoria, a tratti ridicola, roba insomma da non prendere in considerazione, mentre la Città è ricca di disservizi, lo invitiamo a pagare di tasca propria le spese legali per un giudizio che vede il Comune soccombente.

Visto che siamo in ballo, il Sindaco, potrebbe chiedere anche ai consiglieri comunali di maggioranza e all’intera Giunta Comunale di contribuire, con altri 20.000 ciascuno, al risarcimento del danno (forse erariale?), di circa 400.000€, creato all’impresa. Giuste o meno che siano le motivazioni politiche amministrative che hanno spinto l’Amministrazione Stasi a estromettere l’impresa dall’aggiudicazione dell’appalto, quello che ora risulta evidente a tutti è l’erroneo metodo amministrativo utilizzato. Non sono preparati per gestire la cosa pubblica, è evidente.

Questo ci fa tornare al punto di partenza, dobbiamo scegliere meglio la nostra classe dirigente, perché: “Per amministrare bisogna conoscere: ma, per conoscere, bisogna studiare”.

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