Rossano: il paradosso della strada demaniale crea il caos nel Piano Spiaggia

Nei giorni scorsi ci siamo occupati di una vicenda di dominio pubblico: la chiusura di un pezzo di strada in contrada Sant’Irene, a due passi dal mare e dalla centrale Enel. Chiusa dal concessionario di uno stabilimento balneare, il sig. Pietro Pisano di Rossano, in quanto area ricadente nel lotto a lui assegnato lo scorso luglio in virtù della concessione demaniale marittima 07/2016. Pisano, in un primo momento (luglio), non ha recintato anche la strada. Ma è evidente che c’era qualcosa che non andava: rilasciata una concessione per un lotto (il lotto n.9) che comprendeva anche un pezzo della strada pubblica (asfaltata e fornita di pubblica illuminazione), ma ricadente nel demanio marittimo. Lo scorso 2 settembre il sig. Pisano ha pensato di chiudere il pezzo di strada pubblica ricadente nel lotto a lui concesso temporaneamente. Da rimarcare che Pisano ha sempre adempiuto a tutte le domande previste per legge. Ricevendo le autorizzazioni necessarie. La chiusura del pezzo di strada, ovviamente, non ha lasciato indifferenti i cittadini residenti nei pressi del lido. I quali hanno sin da subito lamentato che con la chiusura di quel pezzo di strada è stato loro precluso il consueto utilizzo (da più di trent’anni) della stessa, necessario per raggiungere le loro abitazioni. Della vicenda si è subito interessato anche il consigliere comunale Flavio Stasi, che in quella stessa giornata ha presentato un esposto. Immediati i controlli del personale comunale e dei vigili del Comando di Polizia Municipale. I Vigili hanno subito rilevato corrispondenza tra quanto concesso rispetto a quanto rilevato sul luogo. Sono quindi proseguiti gli accertamenti in ufficio. Il 6 settembre si sono riuniti tutti gli uffici comunali competenti e ne è scaturita, così come si legge nel verbale della Polizia Municipale di Rossano, la “totale assenza di titoli abilitativi previsti dalla legislazione vigente per la realizzazione dei manufatti rilevati”. E cioé: due gazebo in legno lamellare, un chiosco in legno lamellare, quattro locali adibiti a bagno in legno lamellare. Strutture realizzate con il giusto senso estetico e rispondenti alle norme vigenti. Ma, così come sostenuto dal Comando dei Vigli, mancanti di autorizzazione ad essere messe in posa. I Vigili hanno tolto subito la recinzione alla strada (circa 45,80 metri di strada, recintata con nastro a strisce di colore bianco e rosso, tavole inchiodate a terra e paletti) in quanto, seppur ricadente nel lotto in concessione al sig. Pisano, ha di fatto, si legge nel verbale, “interrotto la libera circolazione veicolare dell’utenza”. Pertanto, ciò che i vigili urbani hanno sequestrato sono: i quattro manufatti di cui sopra; la staccionata in legno, il tracciato bitumato di 45,80 metri lineari, del quale se ne concede l’utilizzo ai fini veicolari e pedonali, così come concordato con il P. M. di turno alle ore 13″, del 6 settembre. Il lido balneare, quindi, non è stato sequestrato in toto. Bensì solo una parte. Il titolare dello stabilimento ha rilasciato anche una dichiarazione, quel giorno ai Vigili, facendola mettere a verbale: “Il sequestro è illegittimo – ha detto – in riferimento al tratto di strada bitumata, in quanto ricadente nella concessione demaniale e non è oggetto di qualsivoglia opera. In riferimento agli altri manufatti sequestrati ho provveduto fin dal 2009a depositare presso i competenti ufficile progettazioni e le relative istanze di permesso a costruire. Specifico – continua Pisano – che avendo avuto la concessione per la posa di ombrelloni, mi è stato necessario realizzare i servizi primari, anche perché tutta la zonaè sprovvista di qualsivoglia bagno pubblicoo di attività commerciale che possa fornire tale servizio. Anche in riferimento al chiosco avevo già da tempo richiesto il relativo permesso e pagato i relativi oneri. Mi riservo – prosegue Pietro Pisano – di denuciare per eventuale abuso di ufficio e favoreggiamento all’abusivismo ai fini di sottrarmi una strada demaniale regolarmente concessami e che oggi viene regolarizzata al transito pubblico. Faccio altresì presente di non aver in alcun modo impedito la circolazione veicolare, in quanto vi sono più strade che danno libero accesso alle case dei residenti e sbocchi verso la via pubblica. Specifico che con l’apposizione dei sigilli mi viene impedito anche l’accesso agli ombrelloni così non potendo esercitare in alcun modo l’attività”. Il sig. Pietro Pisano, quindi, in sostanza lamenta questo: come, prima gli si viene concesso il lotto (che comprende anche un pezzo di strada da sempre considerata comunale) e poi si procede al sequestro della strada? In effetti la vicenda è paradossale. E avrà certamente varie conseguenze. Perché concedere anche un pezzo di strada pubblica al privato? Perché, così come in effetti risulta dalle carte, ricadente nel demanio marittimo. Ma come è possibile tutto ciò? Come è possibile che Capitaneria di Porto e Comune non abbiano “dialogato” e si siano confrontati dinanzi ad una stortura del genere? Ad ogni modo, la vicenda ha aperto luce su una serie di incongruenze e abusivismi presenti sul territorio marino di Rossano. Con lidi che hanno cementificato senza tenere conto di dover apporre solo strutture amovibili; locali pubblici senza i bagno necessari previsti per legge. E tanto altro ancora.

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