Operazione Stige. Cassazione annulla ordine di carcerazione

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Dopo il clamore mediatico suscitato dal maxi blitz denominato “Stige”, che ha visto coinvolte quasi duecento persone ritenute a vario titolo colpevoli di reati che vanno dall’associazione mafiosa alla turbativa d’asta, la Corte Suprema di Cassazione – in totale accoglimento del ricorso presentato dall’Avv. Pasquale Di Iacovo – ha annullato il provvedimento del Tribunale del riesame di Catanzaro che lo scorso 6 febbraio aveva confermato l’ordine di carcerazione per  Angelo Cofone.

Durante la maxi-inchiesta denominata “Stige” dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, per l’uomo erano scattate le manette lo scorso 9 gennaio, insieme all’imprenditore di Corigliano-Rossano  Vincenzo Zampelli, con l’accusa di aver manovrato un appalto pubblico per l’affidamento dei lavori consistenti nella vendita di materiale legnoso ritraibile dal taglio di un bosco del Comune di Aprigliano, in modo tale da risultare affidato all’impresa gestita dall’imprenditore di Corigliano-Rossano, il quale secondo l’accusa si sarebbe visto aggiudicare il bando avvalendosi di altri due soggetti legati alla cosca ‘ndranghetistica cirotana, D’Ambrosio Adolfo e Santoro Vincenzo, i quali avrebbero esercitato una illecita interferenza per condizionare l’appalto a tal fine bandito dal Comune di Aprigliano.

Nel corso dell’udienza che si era tenuta lo scorso 6 febbraio davanti al Tribunale del riesame di Catanzaro, l’Avv. Pasquale Di Iacovo aveva presentato una serie di documenti attraverso i quali offriva ai Giudici una diversa interpretazione del significato delle conversazioni telefoniche intercettate nei confronti del Cofone e che erano state utilizzate come prova del coinvolgimento del Cofone negli illeciti affari dei boschi che, anche secondo  le rivelazioni dei pentiti fuoriusciti dalla cosca ‘ndranghetistica, avrebbero messo in evidenza l’interesse delle cosca cirotana per i disboscamenti.

Il Tribunale del riesame all’esito della predetta udienza confermava l’ordine di carcerazione per Cofone, ma contro tale decisione l’Avv. Di Iacovo ha proposto ricorso davanti alla Corte Suprema di Cassazione ed i Giudici romani, all’esito dell’udienza tenutasi lo scorso 19 giugno, hanno condiviso tutti i motivi del ricorso presentato dal penalista, annullando l’ordinanza del Tribunale del riesame, al quale sono stati rinviati gli atti per riesaminare le prove utilizzate contro Cofone, tenendo però in debita considerazione tutte le critiche che contro le stesse erano state mosse dall’Avv. Di Iacovo.

Nelle prossime settimane pertanto il Tribunale del riesame di Catanzaro, seguendo le indicazioni fornite dalla Corte Suprema di Cassazione, potrebbe definitivamente mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Angelo Cofone.

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