Negato l’accesso alla documentazione alla Senatrice Corrado

Capo Colonna – Crotone

L’esperienza quotidiana dimostra che resta tuttora un miraggio, presso il MiBACT, quella trasparenza degli atti amministrativi introdotta con la riforma della PA (D. Lgs. 97/2016) di cui è garante, formalmente, il Segretario Generale dott. Nastasi.
Dopo l’ennesima conferma che la Direzione Generale ABAP troppo spesso si arrovella e trama per impedire a chiunque di mettere il naso nei ‘suoi’ affari, ho deciso di interrogare il ministro Franceschini al riguardo. Il 28 novembre, infatti, con una semplice e-mail, gli 8 senatori M5S della Commissione ‘Cultura’ sono stati informati che la suddetta Direzione ha rinviato il loro accesso agli atti sulla nomina della dott.ssa Porro a capo della Soprintendenza Speciale di Roma, richiesto formalmente il 9 ottobre, a data successiva alla pronuncia della Corte dei Conti. Ci può stare: nonostante la scortesia, era nelle sue prerogative. È invece intollerabile, e dovrò ricorrere alla normativa cosiddetta FOIA per vedermi riconosciuto un diritto fondamentale, il rifiuto della stessa DG di farmi visionare la documentazione inerente ai recenti interpelli per la direzione delle Soprintendenze ABAP vacanti, comprese quella di Reggio – Vibo e quella per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Sperando evidentemente di metterci una pietra sopra…la DG ABAP mi nega, con nota del 6 dicembre u.s., l’accesso cosiddetto documentale (ex L. 241/90) per difetto del requisito dell’interesse diretto; non paga, aggiunge che una pronuncia del 17 gennaio 2013 della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, riesumata per l’occasione, esclude che la qualità di parlamentare e membro di una commissione permanente priva di poteri speciali legittimi la richiesta di accesso. Siamo al paradosso! In base al FOIA, datato 14 marzo 2013 ed entrato in vigore a giugno 2016, come ben sanno anche al MiBACT, qualsiasi soggetto della società civile (singolo o associato) che ne faccia domanda ha diritto di conoscere dati e atti in possesso delle pubbliche amministrazioni aventi un interesse pubblico. Una cittadina italiana che ha fatto domanda, e per di più risiede nella Regione in merito alla quale chiede delucidazioni al Ministero, dovrebbe invece essere penalizzata dalla sua qualità di parlamentare. Con buona pace della dott.ssa Galloni e di tutti gli azzeccagarbugli, non c’è ancora una legge che renda il cittadino investito di una carica pubblica meno uguale degli altri!

Margherita Corrado (M5S Senato)

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