Matrimoni falliti. Colpa dei genitori

di SAMANTHA TARANTINO

matrimonio-interesseHa senso per la donna degli anni 2000 convolare a giuste nozze o addirittura risposarsi?
Unirsi nel sacro vincolo del matrimonio in un’epoca di crisi economica e di ristrettezze di ogni tipo solo perché “lo dice mammà” o per il solo gusto di avere accanto una calda presenza (non sarebbe meglio una termocoperta?!). Perché, per la società, se una donna resta sola, è zitella (della serie bruttina stagionata) o lo fa per uno pseudobbligo oppure per fare da balìa a qualcuno più grande o, ancora peggio, a un nullafacente.
Non sarebbe preferibile invece godersi la vita, magari con un bel viaggetto ai Caraibi lontano da tutti, in un solitario giro intorno al mondo? Che fine hanno fatto le streghe urlate negli slogan delle femministe degli anni ’70, quelle che dovevano mangiarsi il mondo, tutte unite contro l’uomo padre-padrone, quelle che non dovevano chiedere nulla, né tantomeno concedere niente?
Tutti in crisi (mai parola fu più abusata). Oggi, come non mai. Crisi dei valori, di coppia, della società. Che, poi, se si prende il senso letterale del termine, crisi vuol dire separare, e, in senso lato, giudicare. Siamo quindi in una società che sta valutando su chi è e su dove vuole andare. Allora ecco che non si fanno più figli, neanche nel nostro solare Meridione, che, da tradizionale riserva demografica d’Italia, si sta adeguando al calo complessivo nazionale. Le motivazioni sono varie: dalle difficoltà dei giovani a trovare occupazione alla necessità sempre più frequente di cercare fortuna all’estero e alla minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
E come si fa oggi che, senza almeno due stipendi, non si riescono neanche a gettare le basi della famosa capanna? Al range nazionale, secondo cui la diminuzione dei matrimoni riguarda soprattutto le prime nozze (142.754 celebrazioni nel 2014, oltre 40mila in meno negli ultimi cinque anni) e le separazioni avvengono in media dopo 5 anni, si equipara il Sud Italia, seppur restando più radicato a cerimonia, fiori, foto, viaggi di nozze, pranzi per 120 parenti (rispetto ai 300 di qualche anno fa).

Forse così si spiegano i recenti successi di trasmissioni televisive basate sul business del wedding che ‒ parliamoci chiaro ‒ è un mercato che ancora fa gola. E, intanto, tra cali e tagli di ogni genere, anche la Sibaritide sta registrando il suo netto dato negativo. Nel punto nascita spoke Corigliano-Rossano, si registra una chiusura dell’anno 2015 con ben 100 parti in meno rispetto al 2014, le cui famiglie, perlopiù conviventi, sono costituite da giovanissimi (molte le minorenni al primo figlio). Infatti, mentre i giovani italiani sono sempre meno numerosi per effetto della prolungata diminuzione delle nascite, anche nella nostra zona, come nel resto d’Italia, i cittadini stranieri (per la maggior parte di nazionalità marocchina e rumena) sono i più prolifici. Intanto, in tempi di grandi riforme ‒ si veda l’ultima sul via libera alle unioni civili che segnerà decisamente un cambio di rotta nella conservatrice Italia ‒ c’è ancora chi si sposa per interesse o per assecondare voleri altrui.
E lo chiamavano progresso…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: