L’INTERVENTO. SS. 106: lavori di manutenzione nelle ore di punta, ma come si può non capire!

La Calabria fa fatica persino a scopiazzare ciò che avviene in altre parti d’Italia! E non parliamo di macroprogetti o di chissà quale intuito dall’alto tenore scientifico, ma semplicemente della necessità di saper pianificare la manutenzione dell’unica strada di collegamento lungo il litorale jonico (ss.106) in orari che non creino disagi alla circolazione e non certo nelle ore di punta, come regolarmente accade. In altre parti d’Italia si opera con intelligenza, si programma tenendo conto delle esigenze del tessuto sociale ed economico, e del contesto in cui si opera, soprattutto quando si è consapevoli che non ci sono poi così tante strade alternative. E si tiene conto di un dato incontrovertibile: che oggi, per il tessuto produttivo, il tempo è denaro. Qui, invece, ancora si ragiona alla vecchia maniera, come se nulla fosse mutato. E poco importa se i rappresentanti di commercio, i professionisti, gli autotrasportatori, e tante altre fasce categoriali, hanno degli appuntamenti o delle consegne ad orari prestabiliti. Cosa vuoi che sia mezz’ora, un’ora di ritardo?

In alto una foto recente  di un incolonnamento  per lavori. In basso l’auto incidentata di questa mattina, e a destra il direttore di I&C Matteo Lauria

Allo stop determinato dai lavori in corso c’è da aggiungere che chi è diretto verso Sud (direzione Crotone) certo non trova, successivamente, una strada a quattro corsie. E quindi i ritardi si moltiplicano.  Perdipiù, la statale 106 contabilizza un traffico al di sopra persino della Sa-Rc. Talvolta, come è avvenuto questa mattina, tali lavori si rivelano anche concausa di incidenti stradali.  Nel caso di specie è evidente che la responsabilità sia da attribuire alla distrazione di un’automobilista che ha tamponato un’auto in coda, ma certamente se non ci fosse stato l’incolonnamento, oggi l’incidentato non avrebbe a proprio carico danni per 6mila euro arrecati alla propria auto. E fortunatamente non ci sono stati feriti. E allora quale altra motivazione deve esserci a monte per capire che esiste la formula dei lavori notturni?   

Matteo Lauria, direttore I&C

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