L’INTERVENTO. Lamenza: Stasi come Pilato

Paolo Maria Lamenza

Ho letto con attenzione il comunicato della opposizione circa lo squallore vissuto durante l’ultimo consiglio comunale ai danni del consigliere Olivo reo di aver chiesto chiarimenti circa un provvedimento disciplinare su alcuni dipendenti comunali, protagonisti di scherno ed offese nei confronti di rappresentanti istituzionali, da parte del segretario generale del Comune di Corigliano Rossano.

Finalmente assisto, con immenso piacere, al risveglio di una minoranza forse politicamente un po’ troppo assopita e distratta. Finalmente percepisco segnali di energia positiva che spero possano donare ai prossimi consigli comunali partecipazione e interesse da parte della opposizione tutta. Nella vicenda segretario generale, consigliere Olivo e due dipendenti fans del sindaco, però, c’è un furbacchione che risponde al nome di Flavio Stasi. Proprio il sindaco che se si fosse trovato al posto delle minoranze attuali e due dipendenti si fossero permessi di dire quel che hanno detto sulla opposizione, sarebbe salito sulle barricate, bloccato le 106, gridato alla dittatura. Niente di tutto questo. Stasi, ripreso alla guida di un’autobotte comunale con uno dei suoi supporter, designerà il dipendente comunale, signor Altavilla, come referente del cimitero, in sostituzione di un laureato, usando in quel caso il venticello di cui ho letto in un delirio di maggioranza diffuso dopo l’ultimo consiglio. Stasi e la sua giunta, hanno evitato di esercitare l’indirizzo ed il controllo nella loro attività quotidiana, altrimenti non si sarebbe arrivati a quel consiglio comunale dai toni ora cabarettistici, ora tragicomici.

Nulla, il fan di Stasi, il giorno dopo quel tragico consiglio comunale, ha pubblicato un post, rivendicando la libertà di pensiero a mente della costituzione (addirittura) e dello statuto dei lavoratori. Insomma nessun pentimento, nessuna resipiscenza, tutt’altro, tracotanza e sfida nei confronti della opposizione, eletta dai cittadini. Allora, la battagliera consigliera, pare ora dei verdi, dovrebbe mostrare più rispetto per la minoranza, perché l’ultimo cinese ormai non esiste più, viveva fuori dal mondo e non voleva arrendersi. L’assise dovrebbe essere palestra di dibattito costruttivo, piuttosto che quel palcoscenico pirandelliano. Il segretario, insomma, ha fatto comodo a Stasi, gli ha tenuto banco nei settori per i quali era dirigente a interim, supplendo “all’inesperienza” degli assessori, per usare un eufemismo. Un jolly tutto fare che ha messo toppe ovunque si aprivano falle. Poi il colabrodo amministrativo del sindaco Stasi, non ha consentito più di uscire dalle cavolate del servizio personale, per rattoppare la Polizia Locale, piuttosto che i concorsi appaltati agli amici ed amici degli amici, ed allora, lo stesso Stasi si è voltato dall’altra parte, si è raffreddato, ha chiesto la bacinella per il lavaggio delle mani.

La gente continua a chiedersi, può la terza città della Calabria, restare nelle mani di questo personaggio? Secondo lui sì, non fosse altro che per i quattromila euro mensili di indennità, lordi beninteso. Povera città, povera Corigliano Rossano.

Paolo Maria Lamenza, già assessore dell’ex comune di Rossano

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