L’INTERVENTO. Cardiologia Utic, una leggenda metropolitana

Vincenzo Figoli (Osservatorio)

Quando una storia per quanto insolita ed inverosimile viene trasmessa oralmente ottenendo ad un certo punto della sua diffusione larga eco nei media e nelle congetture della gente fino a ricevere una qualche patente di credibilità diventa, a quel punto, leggenda metropolitana.

Ed è proprio ciò che è successo per la Cardiologia-Utic (adesso solo Cardiologia) dello Spoke Corigliano-Rossano.  E si, cari lettori, perchè a fronte di un effettivo numero di cardiologi di 10 + il Facente Funzioni di Primario (che sappiamo non è inserito in alcuna turnazione), la leggenda metropolitana vuole che il numero dei cardiologi siano addirittura 12 ! Scopriamo, tuttavia,  particolari inediti. Vediamo infatti, che uno dei famigerati 12 (che poi sono 10) ad esempio, è anche Sindaco di Cerchiara di Calabria e come tale, per legge, usufruisce di una turnazione ridotta (10-12 turni in un mese), esentato anche dalle notti, per motivi personali. Ma c’è di più! Altri 2 cardiologi sempre dei famigerati 12,  sono fruitori della legge 104 che peraltro in questo periodo, pare, preveda anche l’inclusione ai famosi tre giorni canonici di astensione dal lavoro, altri sei per l’attuale emergenza coronavirus. E non è finita qui! Un altro dei medici, sempre dei famigerati 12, ha bimbi al di sotto dei tre anni e come tale, a norma di legge, è esentato o dovrebbe esserlo a breve, da notti e da festivi da svolgere in Reparto. La cosa, di certo stranissima e che da a pensare, è che la Cardiologia (ex UTIC) dello Spoke, presenta un numero di ambulatori, diversificati, che non è attivo in nessuna altra Unità Operativa dello Spoke ed infatti all’ambulatorio di semplice ECG e visita che in realtà può essere svolto anche sul territorio dagli specialisti ambulatoriali, si aggiunge un ambulatorio per esami ecocardiografici per esterni e per interni (altri reparti) che si avvale anche di metodiche particolari quali esami Trans-esofagei e di Eco-stress farmacologico (solo per queste due ultime indagini, sono necessari due operatori oltre ad un infermiere), un ambulatorio per i pazienti affetti da scompenso cardiaco che si avvale di terapie farmacologiche relativamente recenti e che permette di seguire i pazienti con accessi ambulatoriali, evitandone spesso il ricovero.  Si ha contezza, inoltre, di un ambulatorio di cardio-oncologia che permette di monitorare l’effetto dei farmaci antitumorali sul sistema cardiovascolare ed intervenire prontamente nel caso si verifichino effetti collaterali. Ed ancora un ambulatorio per praticare prove da sforzo (per esterni ed interni) ed un ambulatorio giornaliero per la valutazione di tutti i pazienti in terapia con farmaci anticoagulanti.

Un discorso a parte poi, merita la degenza cardiologica,  che sebbene non sia stata ancora abilitata ad UTIC, gestisce 12 posti letto di cui 7 muniti di regolare sistema di monitoraggio emodinamico e che si avvale di sistemi di aiuto alla respirazione come la CPAP con maschera di Boussignac e con casco (tristemente famoso in questo periodo di coronavirus), ricoverando quindi, pazienti emodinamicamente ed elettricamente instabili (cioè che presentano aritmie di vario tipo), così come da UTIC. Ovviamente in Unità operative siffatte, la turnazione è sempre H 24.

Non si sa come le leggende metropolitane nascano e si alimentino, probabilmente per bocca di sprovveduti che godono nel parlar male di tutto e di tutti, fatto sta che allorquando nel Dicembre del 2019, il Direttore Sanitario dello Spoke, chiuse la Cardiologia-Utic per motivi igienico-sanitari e strutturali, per circa tre mesi, determinando, se vogliamo, anche una sorta di “interruzione di pubblico servizio”, non si fece scrupolo a riaprirla subito dopo, per ospitare il centro Covid, provvedendo soltanto a far ridipingere i muri e far mettere in posa una parte di pavimento sanitario (non più di tre ore di lavoro) che mancava nella ex Cardiologia-Utic da almeno tre anni, nonostante le continue richieste di ripristino da parte dell’allora U.O. di Cardiologia-Utic.

Ma a questo punto ci si chiede : i motivi igienico sanitari e strutturali che avevano determinato la chiusura della Cardiologia-Utic, dove sono finiti? Come mai lo stesso reparto, solo ridipinto, può essere utilizzato per il Covid, ma non poteva più essere utilizzato per la Cardiologia-Utic? Perché allora fu chiusa la cardiologia, quali sono i veri motivi della sua chiusura e quali giochi sottobanco si volevano perpetrare?

Fatto sta  che nel mentre si vogliono aprire nuovi Reparti, intendiamo auspicabilissima evenienza, che non risultano però, al momento, in nessun Piano Sanitario Regionale, si lasciano chiusi Reparti come l’Utic che invece è regolarmente presente nel Piano Sanitario Regionale (purtroppo nello stesso Piano Sanitario, non è per esempio ancora prevista l’Emodinamica per il nostro territorio altra cosa che, per chi non lo sapesse, non dipende dalla volontà dei cardiologi ma dalla Regione Calabria), che ha sempre dato, come Reparto, risposte all’intero territorio  ed ha sempre prodotto come e di più di altre U.O. dello Spoke e questo con buona pace della “leggenda metropolitana”, nutrita forse, da tutti coloro che non hanno mai messo piede in una Cardiologia e si sono fatti abbindolare dai soliti luoghi comuni di chi non ha mai lavorato e non ha mai prodotto pur avendone mezzi e  possibilità per farlo  al contrario della Cardiologia che, verosimilmente, è sempre stata penalizzata e calunniata.

Vincenzo Figoli – Presidente Osservatorio sulla gestione e gli effetti della Fusione Corigliano Rossano

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