Lavoro, Calabria travolta dalla crisi: colpito il tessuto produttivo e le famiglie |VIDEO

Per la Calabria e i calabresi è stato un anno difficile per via della pandemia e della guerra in atto in Ucraina. Colpito il mondo delle imprese, con effetti devastanti sui lavoratori e sulle famiglie. Ad aggravare le condizioni di precarietà, gli aumenti vertiginosi delle bollette di luce e gas in alcuni casi tra il 60 e il 70%. Le vertenze non mancano e gli stipendi sono a rischio. Si tenta all’ottimismo mediante la progettazione dei fondi del Pnrr per supportare gli interventi dei comuni, delle province e delle aree e città metropolitane. Tra gli obiettivi il rilancio delle infrastrutture, dell’alta velocità, degli scali aerei, delle aree portuali. Ma la crisi ha travolto un po’ tutti i settori: dal traffico su gomma con molte aziende di autolinee trascinate dal vortice del default al settore dei call center. Si tenta di tamponare con iniziative di sostegno al reddito ma si rivelano solo dei palliativi provvisori. Nell’annualità in corso nessuna delle cinque province calabresi ha recuperato i livelli di crescita pre-pandemici.  E la conferma arriva dal numero crescente delle vertenze in corso. Pubblico e privato nel settore della sanità trovano dei punti di contatto: le Asp calabresi indicono bandi e concorsi per il reclutamento di personale ma non mancano i disagi procedurali e attuativi, con riferimento ai tempi della burocrazia e alla mancanza della copertura finanziaria.

 

Anche la sanità privata è in sofferenza, i lavoratori assunti nei presidi convenzionati vantano mensilità arretrate: in alcuni casi si perviene a soluzioni, in altri restano all’asciutto nonostante riescano a garantire le prestazioni. I settori coinvolti sono trasversali e toccano anche il comparto, almeno sulla carta virtuosi, dell’agricoltura e del turismo. I lavoratori dei consorzi di bonifica sono sul piede di guerra da mesi: rivendicano le spettanze arretrate e, nonostante ciò, continuano a garantire le prestazioni al fine di non arrecare danni ai produttori agricoli. I produttori agricoli sono stretti nella morsa dei prezzi imposti dalla grande distribuzione che acquista i prodotti a costi stracciati per poi inserirli nel mercato con rincari da capogiro. Una catena che finisce col danneggiare tutto il mondo del bracciantato agricolo, in larga parte sottopagato, spesso vittima del sistema.  Altro settore caduto nelle sabbie mobili della crisi è quello del turismo che fa fatica a riprendersi. Le risorse stanziate dal governo si sono rivelate insufficienti e i provvedimenti assunti hanno fatto registrare lentezze nelle procedure. Abbattimenti di incassi nelle agenzie di viaggio, ma anche nel settore alberghiero e della ristorazione.

 

 

 

 

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