Intimidazioni, sullo Jonio è allarme: politici e giornalisti, tutti sotto tiro

villapiana

di FRANCO MAURELLA

villapiana 2«Una preoccupante escalation criminale che si manifesta con continue minacce, atti intimidatori, azioni deplorevoli finalizzate a destabilizzare l’onesta attività quotidiana di quanti credono nella politica come servizio alla comunità. Domenico De Santis è una di queste persone perbene che è stato destinatario di due lettere anonime dal contenuto minatorio. Al segretario del Partito Democratico di Villapiana va tutta la mia solidarietà».
Così si è espresso Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd calabrese, all’indomani della ricezione delle due lettere minatorie ricevute da De Santis, medico chirurgo tanto stimato quanto moralmente integerrimo. Magorno, promettendo una visita personale a Villapiana per portare la solidarietà sua personale e quella del partito al segretario cittadino del Pd e a suo figlio Adolfo, brillante studente universitario oltre che delegato regionale dei Giovani Democratici, accomunato al papà nelle due lettere di minacce e intimidazioni. Il segretario regionale del Pd ritiene che non è possibile «assistere inermi a questo stillicidio di atti intimidatori finalizzati a destabilizzare il contesto politico-amministrativo in cui si muovono le forze sane della società calabrese che lavorano per il rilancio dell’intera regione». Sostiene, Magorno, che occorre creare un cordone di protezione «per respingere ulteriori attacchi all’agibilità democratica». Solidarietà al segretario cittadino del Pd, Domenico De Santis, al figlio Adolfo e a tutta la famiglia è stata espressa anche dal consigliere regionale Giuseppe Aieta, dai circoli dei GD della provincia di Cosenza e, in modo bipartisan, dal mondo politico: dalla parlamentare Stefania Covello al consigliere regionale Mimmo Bevacqua, al subcommissario del Ministero dell’Agricoltura, Franco Laratta, tutti di area Pd, ma anche da parte di Michele Grande, presidente del consiglio comunale di Villapiana, espressione del movimento politico “Area Futuro”, e di Giusy Accoti, presidente di Fiamma Nazionale Villapiana. A tali attestati di solidarietà, vanno sommati quelli dell’ex sindaco Roberto Rizzuto, espressione del Pd renziano, e dell’attuale sindaco Paolo Montalti, centrista ma tutt’altro che vicino al Pd. Restiamo per un momento ancora a Villapiana per dire che le lettere minatorie ricevute dal segretario politico del Pd, De Santis, purtroppo non rappresentano l’unica intimidazione consumatasi nella cittadina dell’Alto Jonio cosentino. Lo scorso anno, a pochi mesi dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, al sindaco Paolo Montalti venne bruciata, sotto casa, l’auto.

Una vendetta subdola o un atto intimidatorio, al movente non si è riusciti a risalire, nonostante l’incendio fosse di chiara matrice dolosa. Altro episodio, catalogato come atto intimidatorio, si è consumato durante la campagna elettorale. Al candidato a sindaco Luigi Bria, medico, espressione del Pd, vennero tagliate le gomme del fuoristrada. Ma, negli ultimi tempi, in tutta la Calabria si registra un’escalation del deprecabile fenomeno delle intimidazioni che si rivolge tanto a politici quanto a sindacalisti e giornalisti: dall’auto bruciata del sindacalista Giuseppe De Lorenzo, responsabile della Cgil di Corigliano, a quella del consigliere regionale Arturo Bova, ex sindaco di Amaroni, alla bomba carta contro la saracinesca del garage dell’abitazione di un agente penitenziario a Lamezia, all’auto bruciata dell’ex parlamentare Giancarlo Sitra a Crotone e a quella del giornalista Pasqualino Rettura a Lamezia, fino ai falsi poliziotti che, incappucciati, sono entrati nel palazzo a Messina dove vive il figlio del magistrato di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Una serie di episodi che ha indotto il Partito Democratico calabrese ad avviare la Consulta per la legalità su impulso del segretario Ernesto Magorno, il quale ha affidato il coordinamento al senatore Cesare Marini, sindaco di San Demetrio Corone. Con la speranza che riesca a trovare soluzioni idonee a debellare un fenomeno tanto odioso quanto pericoloso per la democrazia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: