I Tirocinanti amministrativi si rivolgono al Ministro Bonafede

Ministro Bonafede

I  tirocinanti amministrativi dell’Ufficio per il processo si rivolgono al Ministro della Giustizia Bonafede chiedendo lumi circa il loro futuro: “La brutta esperienza del Covid-19 sta mettendo in seria difficoltà tutti i lavoratori d’Italia che rischiano di perdere il posto di lavoro, anche se destinatari di ingenti misure di sostegno economico previste dal Governo. Ma ancora più drammatica è la situazione di chi, prima della esplosione della pandemia, era già disoccupato. Proprio in questa situazione si trovano i Tirocinanti della giustizia amministrativi e fra essi, in particolare, i Tirocinanti amministrativi dell’Ufficio per ii processo.

Essi, dopo 8 anni di tirocinio, sono fuori dagli uffici giudiziari dal 1° gennaio 2019. Nonostante le leggi abbiano qualificato come “completamento” e poi “perfezionamento” del tirocinio di cancelleria quella che in realtà è stata una prestazione di lavoro e nonostante abbiano previsto meccanismi di valorizzazione mediante punteggi aggiuntivi  nelle selezioni, la concreta attuazione data ad esse si è limitata a riconoscimenti di punteggi poco più che formali. In questo modo si sono lasciate in una drammatica condizione di disoccupazione queste persone (e le loro famiglie) che nella prospettiva indicata dal legislatore avevano riposto fiducia, impegno e speranze.

Eppure, signor Ministro, lei stesso nell’agosto 2018, in una intervista radiofonica, aveva definito i Tirocinanti della giustizia  persone che hanno sostanzialmente lavorato a nero per il Ministro … all’interno dei tribunali … senza nessun tipo di garanzie previdenziali” e a favore delle quali avrebbe trovato una soluzione.

Neppure la selezione, mediante i centri per l’impiego, finalizzata all’assunzione di 616 operatori giudiziari, sta risultando uno strumento efficace per non disperdere la formazione e le competenze acquisite dai Tirocinanti. Essendo il concorso aperto a tutti i cittadini (e richiesto il solo titolo di studio della terza media), le domande sono molte migliaia e alla prova di idoneità accederanno solo coloro che versano in una situazione economica e famigliare di grande disagio, a scapito della formazione e delle competenze acquisite dai Tirocinanti della giustizia. Nonostante il punteggio aggiuntivo – che finisce per essere un riconoscimento poco più che formale e che invece avrebbe dovuto superare I’ eventuale divario derivante dall’applicazione dei comuni criteri per la stesura delle graduatorie (come ad esempio l’indicatore ISEE) – i Tirocinanti inseriti nell’Ufficio per il processo, che pure hanno superato nel 2015 una selezione indetta dalla stessa amministrazione, e i Tirocinanti regionali (art. 37, comma 11, d.lgs. n. 98/2011) si troveranno fuori dalle graduatorie utili, salvo quelli che per proprie condizioni economiche vi sarebbero comunque rientrati a prescindere dal tirocinio.

A causa dell’emergenza sanitaria, il Governo ha messo in campo sostegni economici per i dipendenti pubblici e per i magistrati onorari; le Regioni, a loro volta, hanno deliberato sussidi per i tirocinanti impiegati negli uffici giudiziari attraverso politiche attive. Invece, per i Tirocinanti dell’Ufficio per il processo, nonostante abbiano svolto per quasi un decennio il lavoro di cancelleria e siano stati selezionati e perfezionati per 3 anni all’interno dell’Ufficio per il processo, non è previsto alcun sostegno economico: non sono neanche considerati “precari” perché hanno lavorato senza un regolare contratto di lavoro, ma attraverso la reiterazione di tirocini per lo svolgimento delle medesime mansioni.

Appena l’emergenza epidemiologica si sarà attenuata, sarà necessario porre in essere ogni iniziativa a favore dei servizi giudiziari i quali dovranno recuperare i mesi di fermo sanitario; e nel c.d. decreto “Cura Italia”, attualmente in fase di conversione, e contenuta una norma che semplifica e accelera l’ingresso di nuove forze nel pubblico impiego. Ogni amministrazione avrà la facoltà di introdurre requisiti specifici per scremare la partecipazione dei concorrenti, rendendo più rapidi i concorsi, e potrà valorizzare il merito e affinare la selezione rispetto a competenze ed attitudini precise.

Perfettamente in linea con tali previsioni normative, l’elemento qualificante, del tutto peculiare, costituito dal lungo “perfezionamento” (come definito dalla legge) dei Tirocinanti della giustizia costituirebbe il presupposto per velocizzare l’assunzione di forza lavoro già formata, testata e destinataria di giudizi di merito da parte dei Capi degli uffici giudiziari.

Pur essendo attualmente sospese le procedure concorsuali, la preparazione dei bandi e delle prove può e deve andare avanti per far fronte all’emergenza del lavoro alla ripartenza. Ciò si riflette sulle procedure in corso e ancor più su quelle dell’immediato futuro. Quanta alle prime, l’art. 87, comma 5, del decreto-legge n. 18/2020 prevede che sono escluse dalla sospensione le procedure nelle quali la valutazione dei candidati avviene esclusivamente su base curriculare o in modalità telematica. In virtù di questa norma, non si comprende il motivo per cui, in relazione alla procedura per il reclutamento di n. 616 operatori giudiziari, alcune Regioni abbiano sospeso le attività di formazione delle graduatorie definitive presso i centri per l’impiego interessati (peraltro ben attuabili anche in regime di lavoro agile).

Quanto alle future procedure concorsuali, il decreto c.d. Milleproroghe prevede l’assunzione a tempo determinato di 1.095 unità di personale amministrativo non dirigenziale e il d.d.l. del 13 febbraio 2020, approvato dal Consiglio dei Ministri e contenente le deleghe al Governo per l’efficienza del processo penale, prevede un ulteriore reclutamento di altre 1.000 unità, anche mediante procedure per soli titoli e colloquio.

Di fronte a disposizioni di legge che legittimano l’assunzione secondo le modalità selettive emergenziali, si auspica che l’amministrazione si avvalga della immediata operatività dei Tirocinanti della giustizia e risolva una volta per tutte la loro dolorosa vicenda””.

 

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