Garopoli, si scruta tra le carte. Geraci fiducioso sui suoi

Comune

Arriva la commissione d’accesso antimafia, scruta tra gli armadi semivuoti del Garopoli, al fine di trovare qualche traccia di contiguità tra la pubblica amministrazione e le organizzazioni criminali. D’altronde la commissione ha questo compito. Ma si mal comprende, almeno per il momento, quale possa essere il filone nel mirino dell’autorità prefettizia. Gli armadi semivuoti per il semplice motivo che la guardia di finanza ha già sequestrato fascicoli importanti inerenti il capitolo dell’edilizia e dei lavori pubblici, nonché dell’area urbanistica.
Le fiamme gialle, secondo quanto emerge, pare abbiano agito sotto il coordinamento della procura della repubblica di Castrovillari, i cui magistrati avrebbero rilevato tracce sospette relativamente a presunti collegamenti con il crimine organizzato. Di qui, il fascicolo trasmesso dalla direzione distrettuale antimafia. Che, successivamente, avrebbe notificato qualche atto al prefetto di Cosenza. Ma sono solo informazioni assunte sulla base di ricostruzioni tutte da riscontrare.
D’altronde, a differenza di quanto accadde nel 2010 quando l’insediamento della commissione d’accesso avvenne successivamente all’operazione antimafia “Santa Tecla”, gli 007 prefettizi sono arrivati al Garopoli in maniera inaspettata, anche se fonti giornalistiche ne avevano ampiamente anticipato l’arrivo. Il sindaco Giuseppe Geraci non teme alcun controllo, si dice tranquillo, e si rende garante della sua squadra di governo e anche della burocrazia, almeno dagli in cui si è insediato l’esecutivo Geraci.
Si brancola nel buio. Si vive di supposizioni. E le più accreditate ruotano attorno al settore degli appalti, lavori pubblici in particolare.
Le tesi più in voga ruotano a presunte violazioni amministrative, il più delle volte indotte da una legislazione farraginosa, ma nulla che possa ricondurre ad ipotesi di rapporti con la malavita organizzata. Di questo si dice convinto il sindaco Geraci, a meno che non vi siano situazioni di cui egli non ne sia consapevole. Dato, questo, quasi inverosimile, se è vero come è vero, che Geraci siede in Consiglio comunale sin dagli Anni settanta per poi essere eletto per ben due volte sindaco, un volta parlamentare, e dal 2013 di nuovo sindaco della città.
Un curriculum che non lascia scampo all’idea di un uomo radicato nel territorio, a tal punto da conoscerne ogni sfaccettatura. Il primo cittadino ha avuto un incontro nei giorni scorsi con i componenti la commissione d’accesso. Poco o nulla è trapelato. E lo stesso Geraci, per ovvie ragioni di riservatezza, si è trincerato dietro il più classico “no comment”, come è anche giusto che sia. Intanto in città cresce l’apprensione, c’è voglia e sete di sapere. Il metodo adottato dagli organi di stato non è dei migliori, perché apre il fronte a dei sospetti. Sui social si scrive di tutto e di più. E spesso vengono coinvolti, indirettamente, soggetti ed imprese che magari nulla hanno a che vedere con la vicenda in corso, prestandosi ad atti di sciacallaggio. Ed ecco dunque la necessità impellente di fare chiarezza nel più breve tempo possibile. Ne va di mezzo anche l’onore delle persone e il prestigio di imprese che operano sul mercato. Gesto di trasparenza che non può che venire dallo Stato.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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