Fusione. Referendum: il popolo del “No” per la revoca

corigliano

Al via nella città di Corigliano Calabro diversi e corposi comitati che dicono No alla fusione Corigliano – Rossano. Nuovi Comitati del NO ( Borgo Marinaro, Centro Storico, Lo Scalo), una organizzazione compatta di cittadini pronti a scendere in campo soprattutto per fornire alla città una corretta e chiara informazione sulla proposta, senza studio di fattibilità, di fondere due territori la cui complessità richiederebbe norme più chiare e studi più approfonditi.

I comitati dislocati nell’area Coriglianese e costituti nell’incontro di venerdì 1 settembre, diramazioni territoriali – centro storico, Scalo, Schiavonea – hanno come obiettivo quello di sensibilizzare e informare gli elettori dei comuni delle due città in ordine alla criticità della fusione onde contribuire ad una scelta referendaria consapevole; nonché di promuovere, prendere contatti, attivarsi con i rappresentanti comunali e regionali per caldeggiare la riforma della attuale norma fissata sulla sommatoria dei votanti e non distinta per i due singoli Comuni. Un referendum, quello prossimo, senza regole chiare e, soprattutto, con una norma poco democratica, senza quorum e con un calcolo dei voti che rischia di non rispettare la volontà popolare di una collettività, come accaduto per il Comune di Spezzano Piccolo. Se non ci sono regole chiare e democratiche, progetti e un coinvolgimento dei cittadini, si rischia di non ottenere il percorso autenticamente democratico fortemente voluto dal nostro legislatore, per molti aspetti condivisibile, e di favorire solo un mero processo calato “ dall’alto” che spoglierà la tradizione millenaria dei nostri Comuni e ci porterà semplicemente nel caos totale. Caos totale che i nostri territori non possono permettersi, neppure per soli pochi mesi. In questo contesto, con queste proposte senza alcun progetto e senza norme chiare e legittime, non basta e non può esaurirsi tutto nei possibili vantaggi economici per il “nuovo” Comune. Una proposta di legge regionale, c.d. Graziano, scritta male, pasticciata, confusa, ove è lasciata alle sorti di un ulteriore referendum la decisione della sede di un nuovo comune, ovvero, a questo punto, l’applicazione della attuale norma che prevede la sede alla città più grande, a meno che non ci sia una nuova sede. Nuova sede che i bilanci dei due comuni non potranno, di certo, permettersi. Una delle tante “conFusioni” che regnano nella proposta del Si priva di regole chiare e democratiche, di contenuti giuridici, economici e sociali. I Comitati del NO, a mezzo dei loro promotori, presenteranno, nei prossimi giorni, apposita petizione con raccolta di firme, in base all’art. 30 dello Statuto Comunale e art.10 dello Statuto Regionale, ai rispettivi Enti e ai loro rappresentanti,con espressa richiesta di : a) revoca della delibera n. 3 del 1.02.2016 avente ad oggetto istituzione nuovo Comune fusione dei comuni Corigliano Calabro e Rossano. La maggioranza del Consiglio Comunale ha approvato un programma elettorale che non contiene alcun accenno a questa fusione e a questo percorso. Non esiste, perciò, alcun vincolo di maggioranza da parte dei Consiglieri comunali eletti. b) Alla Regione Calabria: di rinviare il Referendum fissato sino all’ottenimento di norme chiare, legittime e democratiche. Qualora, invero, venisse confermato il referendum consultivo che rispetti la volontà dei Coriglianesi e qualora a Corigliano Calabro vinca il NO di non procedere alla fusione con il Comune di Rossano. I Promotori dei Comitati del NO

(comunicato stampa)

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