Editoriale. Baciamano, siamo tutti come il sindaco di Soriano …

In molti si sono scandalizzati del famoso baciamano di un sindaco calabrese al leader di Forza Italia Berlusconi. Un atto che è da stigmatizzare se non altro per il fatto che non costituisce un valido insegnamento per le nuove generazioni, ma su cui mi soffermerei per analizzare alcuni comportamenti nell’attuale tessuto sociale che, seppure meno appariscenti e visibili, per condotte ed azioni sono analoghi alla nota scena del baciamano. Non dimentichiamo che siamo la terra de “ accucchiuti cur i mejji tui e falla a spis” che, tradotto, significa  “frequenta persone migliori di te e pagagli le spese”. In chiave calabresotta si trasforma non tanto in una voglia di imparare ma più opportunisticamente si richiama al machiavellismo (“il fine giustifica i mezzi”) nel senso che si frequentano persone importanti per trarne profitti e benefici spesso materiali oltre che per millantare amicizie più o meno significative. Mi verrebbe da dire a questo punto  “tutti come il sindaco di Soriano” ma sarebbe una visione ingenerosa soprattutto per le tante persone che invece preservano una dignità. Si può essere servili in mille modi, non è necessario il baciamano. E le ragioni sono molteplici. Si può essere servili nel procurare voti a destra e a manca per il candidato di turno, si può essere servili nel giornalismo, si può essere servili per procurare una commessa, un appalto, vincere un bando… Gli esempi sono tanti. Altro che il sindaco di SORIANO, attaccato ipocritamente per il sol fatto che è un atteggiamento manifesto ( anche se il protagonista lo giustifica come atto di stima).

Una condotta di accondiscendenza legata all’istinto di sopravvivenza è comprensibile, ma quella legata all’ingordigia è quanto di più deplorevole possa esprimere questa nostra terra. Talvolta si è proni al potentato di turno non tanto per necessità, ma per ambizioni, per carrierismo, per interessi personali. Sono esattamente questi profili che hanno fatto perdere di dignità la nostra terra alle più svariate latitudini. E il problema non è solo il politico di turno, ma l’intera classe dirigente. Smettiamola quindi di giudicare gli altri quando proprio in noi stessi preserviamo sacche di spudorato servilismo. Piuttosto adoperiamoci per cambiare questo modo di essere, che nulla ha portato di buono alla Calabria. E non poteva essere diversamente: quando in una società si mette al centro il denaro i disvalori galoppano.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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