Editoriale. Ambiente, Menin: L’acqua è l’unica forza che potrà salvarci dall’estinzione

editorialeMi sono convinto di una formula matematica assurda 1+1+1= 5. Questa che è una formula errata nella matematica che conosciamo diventa invece una formula più che accettabile, anzi molto sperimentata, se al posto del terzo elemento mettiamo acqua. Cioè un elemento + un altro elemento tra i tanti presenti nella terra + acqua dà una somma energetica molto più alta della pura somma algebrica delle tre energie singole. Come mai l’acqua ha questo potere magico? Per un fenomeno presente in natura chiamato risonanza. Quando due onde dello stesso tipo (luminose, sonore, cerebrali o altro) cominciano a muoversi alla stessa frequenza l’energia da essi posseduta si moltiplica.
È questo uno dei segreti basilari che ha fatto espandere la vita sul pianeta, la capacità dell’acqua di infilarsi in tutti i materiali biologici e non presenti su Madre terra e di riunirli in organismi le cui parti e cellule si muovono seguendo a grandi linee la stessa frequenza, cioè lo stesso numero di oscillazioni.
In altre parole, se qualunque organismo vivente sta in piedi, sopravvive, prolifica e si evolve o anche muore è merito dell’azione coordinatrice dell’acqua che si trova al suo interno, che fa muovere le cellule di cui è composto con lo stesso numero di oscillazioni. Se domattina o fra un istante l’acqua cessasse di far battere le cellule viventi con lo stesso ritmo saremmo quasi immediatamente morti.
L’acqua è come un potentissimo troian che anziché distruggere le cellule in cui si infila, ne diventa parte e ne moltiplica la potenza energetica.
Questo è uno dei primi fondamenti della vita che dovremmo insegnare ai nostri bambini appena sono in grado di comprendere le nostre parole.
Tra tutti gli organismi viventi sul pianeta, le piante sono quelle che meglio di tutti gli altri hanno imparato a utilizzare questa grande potenza dell’acqua. Esse infatti catturano la luce del sole combinandola con l’acqua e i sali minerali sono in grado di sopravvivere e riprodursi (quindi di creare nuova materia) senza bisogno di azzannare nessuna altra creatura vivente, ma cibandosi solo degli scarti che tutti i viventi lasciano nella terra. E siccome sopravvivono da molto più tempo di qualunque altra forma di organismo complesso pluricellulare che esiste sulla terra, posseggono meglio di chiunque altro la strategia e la tattica per garantire il proprio futuro a sé e ai propri figli. Nei tre decenni in cui ho seguito le piante di questa meravigliosa terra che è la Calabria, ho piano piano imparato diversi segreti, piccoli e meno piccoli del linguaggio sociale della pianta: società di gruppo dotata di linguaggio autonomo, di grande competenza organizzativa, di ottimi sensi per muoversi nello spazio-tempo, compresa notevole capacità di adattamento agevolata dal fatto che le sue cellule non sono specializzate (sono come le nostre staminali) e quindi da quasi tutte le parti del corpo è in grado di produrre nuova vita con forme differenti.
Sfruttando i principi dell’elettromagnetismo, la pianta è in grado di superare la distanza della circonferenza terrestre e ancora più velocemente quella dei continenti. Non solo: da un punto di vista dell’architettura e dell’ingegneria è in grado di produrre mirabolanti scelte che spesso sfidano le leggi della fisica come noi le conosciamo. I più alti grattacieli da noi costruiti, le piante li conoscono già da milioni di anni prima, così come i ponti, le città sull’acqua come Venezia, e qualunque altra forma architettura terrestre costruita dagli uomini.
In altre parole, la soluzione per salvare la specie umana dal suicidio in cui si sta infilando, le piante la conoscono già.
Dico queste cose con un tantino di presunzione, perché stando vicino ad esse per metà della mia vita e studiando anche ciò che hanno fatto in passato, ho capito che posseggono la capacità di trasformare ciò che è potenzialmente nocivo in un elemento per sopravvivere e non mi riferisco solo all’anidride carbonica , o all’eccesso di carbonio (in varie forme) sulla superficie esterna della terra causato dalla rivoluzione industriale ad oggi ad opera umana, ma anche e soprattutto ai metodi con cui essa abita il pianeta. Noi siamo molto, molto indietro nello studio di queste strategie vegetali, ma per fortuna qualche scienziato da Darwin in poi non ha abbandonato lo studio delle piante e così dalla scoperta del cervello vegetale (ipotizzata da Darwin e dimostrata da pochi anni) alla scoperta della vista delle piante (non ancora dimostrata, ma accertata in via sperimentale) a tanti altri aspetti mi sento in grado di affermare che l’utilizzo del campo elettromagnetico che la cellula vegetale mette in pratica da 250 milioni di anni potrebbe darci la soluzione per salvare la nostra specie umana dalla sua scomparsa o dalle gravi conseguenze cui andiamo incontro continuando a bruciare carbonio estratto dal sottosuolo, sotto forma di carbone, gas o petrolio che sia. Dobbiamo deciderci come umanità a mettere più soldi nelle ricerche sulle piante e nella sperimentazione dei loro metodi con questi obiettivi: riportare la quantità di carbonio circolante sul pianeta a 2 o almeno 1 secolo indietro (in modo da diminuire gli attuali pericolosi eccessi del clima), imparare ad utilizzare il campo elettromagnetico presente sia nella luce che in tanti altri fenomeni molto meglio di oggi, imparare a imitare l’organizzazione sociale delle piante per stabilizzare meglio le società umane. Chi saprà proporre e realizzare queste tre emozionanti possibilità avrà scritto il suo nome nella storia della specie umana sulla terra salvandola dall’estinzione cui sta andando incontro. Ai giovani che potrebbero leggere queste brevi note sintetiche che ho scritto, un invito a studiare bene per realizzare questo sogno. Fabio Menin

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