Distretto Jonio Sud senza direttore. Ingerenze della politica o altro?

di ROSSELLA MOLINARI

ospedale-cori-rossContinua a far discutere il decreto varato dal Commissario regionale alla Sanità Massimo Scura. E, più che altro, continua a far temere il peggio. Già la riorganizzazione della rete ospedaliera ha geograficamente cancellato la Sibaritide, prevedendo il collegamento del presidio ospedaliero di Trebisacce allo spoke di Castrovillari e dell’ospedale di Acri allo spoke Corigliano-Rossano; sono in serbo altre “sorprese” per quel che riguarda la rete territoriale, ovvero i Distretti sanitari? Ad oggi, i due ambiti non coincidono, considerato che nel Distretto Jonio Nord vi è Corigliano che fa capo allo spoke dell’Area Urbana e tutto il resto è invece collegato allo spoke del Pollino, mentre il “Beato Angelo” di Acri, che sul piano ospedaliero fa capo a Rossano-Corigliano, è inserito in un altro distretto ancora. Una confusione che potrebbe determinare non pochi disagi, visto che vi sono alcune discipline cosiddette “trans-murali” che prevedono una perfetta sincronia tra ospedale e territorio nella organizzazione e gestione dei servizi.
Tra questi, il Dipartimento di emergenza, ad esempio, che oltre ai servizi ospedalieri (Pronto soccorso, etc.) comprende anche il 118 che è distrettuale; o il Dipartimento materno-infantile nel cui ambito ricadono pure i consultori, prettamente distrettuali; o ancora Psichiatria, con i vari Centri di salute e igiene mentale che sono territoriali.
Come si intende rimediare a questa situazione? Vi sarà un’ulteriore rimodulazione anche dei Distretti? Già negli anni passati la riforma della rete territoriale aveva accorpato e diviso in due la Sibaritide, con l’istituzione del Distretto Jonio Nord (da Corigliano a Rocca Imperiale) e del Distretto Jonio Sud (da Rossano a Cariati). Ora è presumibile una nuova riorganizzazione? Restando in tema di rete territoriale, il Distretto Jonio Sud è senza direttore da oltre un anno, dopo le dimissioni di Alessandro Donnici. Sono stati conferiti degli incarichi poi revocati e, ad oggi, manca ancora la figura che ha il ruolo di rappresentante legale del territorio mentre le funzioni vengono svolte a livello centrale dalla Direzione generale dell’Asp di Cosenza. Nel 2013 era stato emanato un bando per i direttori di Distretto, che ha dato vita ad un elenco dal quale, tuttavia, non si attinge. Addirittura, di recente l’Azienda sanitaria provinciale avrebbe tentato la strada di un nuovo bando, poi abbandonata. Perché non si attinge da quell’elenco formatosi nel 2013 in cui figurano, tra gli altri, anche Martino Rizzo (già direttore dell’ex Distretto di Rossano) e Antonello Graziano? Si tratta di ingerenze della politica o c’è altro che blocca la nomina?
Intanto, mentre si attende che l’Asp produca le proprie osservazioni prima di recepire il decreto del Commissario Scura, cresce la preoccupazione del territorio per lo spoke Corigliano-Rossano che, con il venir meno di circa 60mila utenti dell’Alto Jonio, rischia di perdere i numeri per mantenere lo status di spoke. Da qui una serie di reazioni della politica, che dovrebbe trovare nella Conferenza dei sindaci l’organo deputato, sfociate in un ricorso al Tar da parte dei Comuni, annunciato dal sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci, «con richiesta di sospensiva del decreto ad acta del Commissario Scura per violazione di legge, eccesso di potere e incompetenza».
Si spera che il territorio possa ritrovare unità sui grandi temi, considerato che anche a Castrovillari, dove finora le lotte compatte hanno sempre prodotto buoni risultati, inizia a serpeggiare una mobilitazione contro il depotenziamento di alcune discipline ospedaliere. Nella Sibaritide, comunque, resta il grave problema della carenza di organico (medici, infermieri e ausiliari) unito a quello delle grandi distanze. Al momento, non vi sono lamentele su quest’ultimo punto nel territorio dell’Alto Jonio, che pure ha una distanza considerevole da Castrovillari, mentre se si pensa che nel decreto di Scura viene data rilevanza alle patologie tempo-dipendenti, ben si comprende la situazione del comprensorio che può contare su una rete infrastrutturale tutt’altro che funzionale. Da qui la duplice possibilità: o ci si attrezza con emodinamica e stroke unite in loco, o ci si dovrà battere per una base di elisoccorso (che funga anche da elitrasporto) sul territorio.
La politica sarà capace di programmare e di guardare realmente alle esigenze dell’utenza?

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