Corteo contro il megalotto Roseto-Sibari, lotta ai cementificatori

Noi di R.A.S.P.A. abbiamo sempre creduto che ai bevitori di passato morto, i fascisti per intenderci, corrispondesse la posizione diversa e uguale dei bevitori di morto avvenire, ovvero degli sviluppisti e della loro retorica da quattro soldi, dei cementisti, se si preferisce. Abbiamo così finito per propendere per una terza strada: quella che conduce a un futuro sobrio, tranquillo, naturale.

Èper questo che abbiamo accolto con entusiasmo la proposta formulataci da Coldiretti di aderire alla manifestazione contro l’attuale tracciato del 3° Macrolotto della s.s. 106che si è tenuta sabato, 21 luglio 2018, tra Trebisacce e Villapiana. Un presidio e un corteo che hanno voluto ribadire agli indefessi sindaci e agli sciacalli duri di comprendonio come R.A.S.P.A. continuerà a opporsi a questa idea di strada, a questo progetto (impresentabile tanto sul piano tecnico, quanto sul piano politico), vomitato da chi ha fatto della monocultura del cemento e dello sviluppo distorto i cardini del superpotere e del sottosviluppo che regolano da troppo tempo le nostre terre.

Percorrendo la 106 bis, prima, e, poi, la malandata 106 di fattura mussoliniana, i nostri trattori hanno sottolineato quanto una strada ben fatta sia necessaria; eppure, con ancor maggiore veemenza, hanno messo in evidenza quanto sia stupido e cieco continuare mafiosamente a osteggiare la proposta di un raddoppio della sede stradale esistente. I nostri trattori hanno messo in evidenza, ed evidentemente ce n’era bisogno, quanto sia vano continuare ad asserire che la nostra proposta sia mossa da interessi particolari. R.A.S.P.A. è ben altro e se ne duole anche chi tenta maldestramente di delegittimarci.

Insieme alla delegittimazione sempre arriva la violenza. R.A.S.P.A. si chiede quando e in che modo colpirà quest’ultima. Da tempo sono comparsi il ricatto e la trappola della speranza, il sonno della ragione, insieme alle corte vedute e alla mediocrità culturale e imprenditoriale di chi propone uno sviluppo distorto per riempirsi bocca e tasche.

R.A.S.P.A., ancora una volta, insieme a Coldiretti e ad altri comitati di liberi cittadini, ha chiesto la revisione di un progetto che, al di là dei suoi limiti tecnici, è uniformato a quella logica colonialista e globalizzata che ha condotto la Calabria e, in particolare, l’alto Ionio esattamente nel punto in cui si trovano. Tuttavia, desideriamo rassicurare tutti: la terza via di R.A.S.P.A., la proposta di una strada commisurata alle effettive esigenze del nostro territorio, non teme rassegnazione e, per quanto sia sobria e tranquilla, sarà sempre, in barba agli sciacalli e ai corrotti, moralmente all’attacco. Fa piacere segnalare che, in questa medesima direzione, hanno dichiarato di muoversi i parlamentari pentastellati presenti il 21 luglio sul presidio ma, già da tempo, orientati lungo il solco che stiamo tracciando. (comunicato Raspa)

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