Corigliano: soprusi e inganni, “occorre ribellarsi”

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CORIGLIANO “Dobbiamo avere il coraggio di ribellarci e non restare inermi di fronte a questa triste realtà fatta di occasioni mancate, di menzogne, di soprusi ed inganni, non guardiamo con distacco la politica, ma combattiamola anche perché è diventata condizione vitale per quei tanti che non hanno altre ambizioni di lavoro e per questo attaccati alla poltrona”. E’ dura e spietata, come sempre, l’analisi dell’attuale fase politico-amministrativa coriglianese da parte del Coordinatore cittadino del Movimento Centro storico per non morire, Giorgio Luzzi.
“La sventura ci assedia di più di quando passivamente subiamo le loro prepotenze, – afferma Luzzi – quando ostentano il loro potere con modi altezzosi, narcisisti o minacciosi, nonostante li riconosciamo per i loro volti, per i loro silenzi, per il loro spirito di sopraffazione, non facciamo niente, li assecondiamo, chi per convenienza, chi per interessi personali rendendoci loro complici.
Con questa realtà, non avremo né un passato, né un futuro dinanzi, si vive in una sconsolata realtà che non ha passato e non ha futuro.
Guardo questo territorio e meno ne sono affascinato anche perché dall’esperienza vissuta, la sventura viene alimentata giornalmente da politicanti inadeguati, ignoranti che pur andando incontro ad una metamorfosi restano quelli di prima come sepolcri imbiancati incapaci anche di fare ombra.
Con questi al potere e con quelli che si preparano a governare Corigliano alle prossime amministrazioni, – prosegue ancora Luzzi – il tempo della sofferenza del territorio e dei cittadini, non passa mai, i fatti lo testimoniano: degrado centro storico dal punto di vista della viabilità, (parcheggi- buche- pulizia) la non continua presenza dei vigili urbani per le vie e piazze del borgo antico, pagamento di tributi comunali non dovuti, le solite facce di politicanti anche se riciclati e per finire, la triste storia di palazzo Bianchi, costato all’epoca alla comunità un miliardo delle vecchie lire e che a distanza di circa venti anni, non si sa a cosa verrà adibito, chiediamoci purtroppo, quando sarà costato alle casse comunali quando questo sarà completato e se ne è valsa la pena.
Il territorio – termina Luzzi – vive un isolamento sociale e culturale, motivato anche da nostri incomprensibili timori e da un più frequente individualismo, da indifferenza ai valori di solidarietà e dal deserto della speranza che ci fa chiudere in casa, in noi stessi, affidandoci, sbagliando alla protezione dei politici, fonte quotidiano di corruzione, di mala gestione della cosa pubblica, affossamento della sanità pubblica, negazione dei diritti”. Interventi che danno il taglio delle sensazioni prevalenti in una città che deve iniziare a prepararsi alle amministrative del 2018. I problemi ci sono e sono tanti. Tra questi: il lavoro. Dramma che, ovviamente, non colpisce solo la città di Corigliano ma l’Italia intera. Di certo il centro ausonico potrebbe fare di più e meglio se si considera l’alto potenziale economico proveniente dal settore agricolo.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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