Corigliano Rossano. UDC: Crisi Agrumicoltura, l’amministrazione comunale ha dimenticato i suoi impegni

Tra le tante promesse fatte e, puntualmente non mantenute, dai palchi elettorali dal sindaco di Corigliano-Rossano c’era anche quella di dare un nuovo slancio all’economia agricola del territorio. Soprattutto a quella agrumicola e olivicola.
La nostra città, come noto ormai, copre quasi i due terzi della Piana di Sibari. Ed è proprio qui che viene prodotta la clementina IGP di Calabria. Uno degli agrumi più prelibati e richiesti sui mercati internazionali. Succede, però, che qui dove gli agrumicoltori dovrebbero saper dettare i prezzi del mercato e valorizzare al meglio i loro prodotti, continuano a rimanere succubi dei grandi mercati.
Questo accade perché non siamo mai stati in grado di fare nostri gli esempi dei produttori di mele del trentino piuttosto che degli olivicoltori toscani. La Sibaritide è diventata esclusivamente una terra di conquista per marchi e nuovi brand ma di nessuna politica di mercato. E quindi succede che i grandi produttori vendono a dismisura anche a prezzi stracciati e molto spesso andando a comprare prodotto a basso prezzo all’estero, per poi applicarci sopra il bollino di “clementina”; mentre i piccoli produttori molto spesso rimangono con il frutto sugli alberi perché proprio il prezzo di acquisto deciso dalla grande distribuzione è sempre al disotto del costo di produzione.
Sinceramente meraviglia come questo aspetto rilevante e sicuramente non di poco conto stia sfuggendo, oggi, alla prima Amministrazione comunale della grande città di Corigliano-Rossano. Dal momento che al suo interno si contano illustri esponenti del mondo dell’agrumicoltura. Persone ed imprenditori che prima di tutti dovrebbero guardare con occhio attento a questo settore, che può essere un traino rilevante per l’economia della Calabria del nord-est.
Si rimane inermi ed il lamento dei produttori resta inascoltato. Perché? Eppure basterebbe poco per iniziare a dare delle regole a questo settore, per evitare soprattutto che prodotti importati dall’esterno vengano spacciati come produzione autoctona, rovinando la reputazione dei nostri frutti sui mercati e frodando la vera produzione territoriale. Avevamo suggerito come l’istituzione di una De.Co. della clementina di Corigliano-Rossano, con un regolamento stringente, potesse bloccare l’arrivo di tir dalla Spagna, dal Marocco o da Israele. E da li, poi, la creazione di un consorzio di produttori che potesse riequilibrare i rapporti con la grande distribuzione.
Purtroppo, però, ci ritroviamo difronte ad un’Amministrazione comunale incapace di formulare qualsiasi proposta e ad un Sindaco che delle questioni relative alle produzioni agricole sembra totalmente disinteressato. Nel frattempo, anche quest’anno i piccoli produttori lasceranno buona parte del loro raccolto sugli alberi mentre i grandi grossisti hanno riempito le tasche con le pseudo clementine nate su chissà quale angolo del pianeta.

GIOVANNI DE SIMONE
VICE COORDINATORE CITTADINO
UDC CORIGLIANO – ROSSANO

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