Corigliano-Rossano, elevazione a Distretto del commissariato? On. Forciniti: «Solo silenzi»  

Niente tribunale, niente elevazione a Reparto dei carabinieri e niente Distretto di Polizia. Alla data di oggi, il bilancio delle promesse e degli impegni assunti in passato sono rimasti solo buoni propositi. Ai vari governi che si sono succeduti nulla importa della crescente attività delinquenziale, quasi quotidiana, che si consuma mediante atti intimidatori al tessuto economico e imprenditoriale del territorio. Inosservata allo Stato anche la notizia del superboss Nicola Acri che ha deciso di collaborare con la giustizia. E che ha iniziato a raccontare il livello di criminalità esistente lungo l’arco jonico, unica area ad essere sprovvista (da Taranto a Crotone) di un tribunale, nonostante ospiti un centro di 80mila abitanti (Corigliano-Rossano). Sulla questione del Distretto di Polizia mette mano il parlamentare (L’Alternativa C’è) On. Francesco Forciniti che denuncia come da otto mesi si sia in attesa della elevazione a Distretto del Commissariato di Corigliano Rossano.

Nel novembre scorso il viceministro Vito Crimi aveva riferito che per il commissariato era stato previsto un organico pari a 71 unità del ruolo «ordinario» elevandone nel contempo il livello di preposizione alla qualifica di Primo Dirigente e che tale configurazione era prevista nel nuovo decreto ministeriale di individuazione dei posti di funzione dirigenziali. «Un’attesa infinita che non rende giustizia alla terza città della Calabria. Già nel gennaio del 2019, l’attuale sottosegretario di Stato all’Interno Carlo Sibilia, in visita nella Sibaritide, dichiarava alla stampa con tono trionfalistico che il Commissariato di polizia di Corigliano-Rossano sarebbe stato presto elevato a dirigenza. Il sedicente governo dei migliori onori gli impegni assunti dallo Stato verso questo territorio, altrimenti ci troveremo costretti a punire alle urne tutte quelle forze politiche che lo sostengono mute e inermi, ridotte ormai al ruolo di mere comparse da Draghi e la sua corte di tecnocrati».

 

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