Condotta Slow Food. “Caso Montesanto”, bufera interna

Corigliano Rossano – Bufera nell’ambito della condotta Slow Food – area Sibaritide Pollino  Arberia“. Secondo quanto emerge da una nota stampa diffusa nelle ultime ore il fiduciario Lenin Montesanto sarebbe stato rimosso dall’incarico. Il tutto ha origine da un ricorso depositato il 29 aprile del 2019 da un gruppo di soci  (Cesare Renzo, Giuseppe D’Urso, Claudio Viola, Luca Salvatore Sammarro, Giuseppe Gatto, Andrea Casaleno, Saro Costa Stefano Pirillo, Antonio Trebisonda) e membri del comitato esecutivo della condotta Slow Food “Sibaritide Pollino Arberia”, che ha  denunciato ai livelli regionali e nazionali «alcuni atti del fiduciario Lenin Montesanto, ritenuti gravi, ripetuti ed illegittimi, assolutamente non rispettosi di statuti e regolamenti, lesivi dei principi di democraticità e rappresentatività dell’associazione». I ricorrenti, alla luce di «atti e  deliberazioni assunte in violazione delle norme statutarie»  chiedevano la dichiarazione di nullità «con la conseguente rimozione del sig. Lenin Montesanto dalla carica di Fiduciario e la decadenza dei membri del nuovo Comitato di Condotta. «In data 18 settembre – continua la nota – il Comitato esecutivo di Slow Food Italia, preso atto del parere del Collegio dei Garanti di Slow Food Italia del 6 Giugno 2019 ed alla luce di quanto previsto dall’art. 11 lett m) dello Statuto Nazionale, deliberava all’unanimità la decadenza del Comitato della Condotta Slow Food Pollino Sibaritide Arberia Versante Ionico Cosentino che, come previsto dallo statuto Nazionale, è stata ratificata il 5 ottobre 2019 dal Consiglio Nazionale, accogliendo così le legittime istanze dei firmatari dei ricorsi. Cesare Renzo, Giuseppe D’Urso, Claudio Viola, Luca Salvatore Sammarro, Giuseppe Gatto, Andrea Casaleno, Saro Costa Stefano Pirillo, Antonio Trebisonda, non hanno quindi operato alcuna attività ostruzionistica e/o diffamatoria, come ha lasciato intendere il sig. Montesanto, ma solo ed esclusivamente chiesto il rispetto delle regole che devono presiedere la vita dell’associazione.

Per rispetto della verità dei fatti ed in risposta a quanto circolato a mezzo comunicati da parte di un sedicente comitato esecutivo di Condotta non più in vita perché dichiarato decaduto, era dovere dei ricorrenti, precisare».

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