Chiusura impianti Camigliatello, Mimmo Bevacqua: “La Calabria continua a farsi male”

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BEVACQUA-Domenico-consiglio-regionePer il primo week-end di neve sugli altipiani calabresi, centinaia di escursionisti hanno deciso di scegliere Camigliatello per la gita fuori porta volta ad inaugurare la stagione sciistica. Peccato che gli impianti del centro silano, nonostante la discreta quantità di neve caduta la scorsa settimana, fossero ancora chiusi, scatenando una bufera di polemiche fra turisti e personalità politiche che non accenna a scemare. Fra di essi, non ha mancato di comunicare la sua opinione il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, ideatore fra l’altro di “Montagna solidale“, progetto teso alla valorizzazione e salvaguardia delle potenzialità dei comuni montani calabresi.
«La Calabria continua a farsi del male, manifestando l’incapacità di mettere a frutto le proprie risorse. La vicenda degli impianti sciistici di Camigliatello, ancora chiusi e privi di un efficace sistema di innevamento artificiale, lascia, a dir poco, sconcertati. I cittadini, giustamente, protestano ma noi politici, noi classe dirigente, non possiamo limitarci ai soliti scarica-barile: il nostro compito è quello di offrire risposte, chiare e tempestive. Innanzi tutto, è indispensabile dotare l’Arsac degli strumenti necessari per colmare le lacune strutturali degli impianti.
Nel medesimo ordine di priorità, da diversi mesi ho provveduto a far approvare in consiglio regionale un ordine del giorno che richiamava l’attenzione sui punti di ristoro cfs chiusi su tutto il territorio silano, così come condivido in pieno l’allarme sollevato dal presidente della pro loco di Camigliatello, Eugenio Celestino, sulla impraticabilità di molte vie di collegamento, sull’abbandono della Casa del Forestiero, sulla mancata apertura del Museo Archeologico della Sila, sulla criticità ambientale causata dall’accumulo di discariche abusive. Il progetto “Montagna solidale”, che presenterò nei prossimi giorni, va esattamente nella doverosa direzione di salvaguardare e valorizzare il territorio e le persone che, spesso per pura passione e a prezzo di grandi sacrifici, decidono di vivere in luoghi incantevoli ma abbandonati a sé stessi. È arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità e proponga soluzioni congrue e concretamente realizzabili. La montagna è un valore in sé: non si tratta di porre toppe in occasione delle emergenze. Qui si tratta di decidersi e decidere, di spazzare via le burocrazie sclerotizzzate e di porre in essere misure strutturali e di lungo periodo».​

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