CGlL, CISL, UIL intendono a migliorare le condizioni della popolazione

civile

CGIL, CISL e UIL , in considerazione delle prerogative sociali di lavoratori, pensionati e di tutti i cittadini che vivono e svolgono le proprie attività nel contesto territoriale di pertinenza della Sede Inps di Rossano, intendono riaffermare la priorità degli interessi generali e collettivi rispetto a qualsiasi tipo di determinazione di carattere specifico ed esclusivo nell’ambito della delineazione delle politiche organizzative e gestionali dell’Istituto, attraverso una rappresentazione delle emergenze socio-economiche.

Si ritiene infatti che qualunque ipotesi di riorganizzazione e razionalizzazione del proprio insediamento che l’Inps intenda realizzare, debba prevedere adeguati livelli di confronto con i territori interessati e con gli stakeholders in essi presenti, affinché si possa tenere conto, nell’ottica esclusiva dell’interesse pubblico e generale, delle ricadute sociali che tali processi possono generare, considerando che non possa essere messa in discussione l’esigibilità dei diritti previdenziali ed assistenziali di intere popolazioni.

Tanto più ciò si considera necessario, quando tali ristrutturazioni riguardano contesti territoriali già segnati da condizioni di grave disagio socio-economico e ambientale, determinatisi anche a causa di uno smantellamento progressivo di servizi, presidi, attività economiche e sociali con conseguente marginalizzazione istituzionale e funzionale, come di fatto sta avvenendo nel contesto territoriale in considerazione, dove, in presenza di una perdurante crisi produttiva e occupazionale, si rischia di determinare danni permanenti al tessuto sociale e civile sedimentando tragici fenomeni di arretramento sociale.

Quanto fin qui argomentato va opportunamente considerato per soggetti come l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, le cui attività determinano un forte impatto nei confronti delle condizioni di vita dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini-utenti.

Precedenza che va quindi data alla rispondenza a queste essenziali esigenze, rispetto alle quali diventa secondaria anche qualsiasi logica del risparmio conseguibile a danno dell’esigibilità dei diritti previdenziali ed assistenziali dei cittadini-contribuenti, nell’ottica semmai di un razionale rilancio di attività, servizi e funzioni decentrate, piuttosto che un pericoloso accentramento che li allontana da una moderna esigibilità dei diritti di cittadinanza.

Il Centro medico-legale dell’Inps di Rossano assume quindi in questo contesto una funzione di rilevanza pubblica prioritaria, in quanto le sue funzioni si esplicitano per prestazioni che vengono erogate nelle condizioni di maggior disagio sociale, per un cospicuo bacino territoriale di utenza in condizioni di oggettivo disagio socio-economico e ambientale, come di seguito cercheremo di esplicitare.

Per rappresentare un quadro attendibile riguardo il fenomeno della povertà, si ritiene quindi necessario approfondire prioritariamente il tema della marginalità dei Comuni che non superano la soglia dei 5.000 abitanti.

Il criterio della marginalità identifica, unitamente al reddito pro-capite, una situazione localizzata di svantaggio, che influisce negativamente sulle dinamiche di sviluppo di un territorio: nel bacino di competenza dell’Agenzia complessa Inps di Rossano, costituito da 35 Comuni, infatti solo 7 hanno una popolazione superiore a 5.000 abitanti, mentre gli altri 28 hanno una popolazione inferiore.

Il territorio in esame si estende dall’estremo nord-est della Provincia di Cosenza confinante con la Basilicata, fino al Basso Jonio, che con i Comuni di Cariati e Campana è limitrofo con la provincia di Crotone e copre una superficie di 6.649,96 kmq, pari a circa un terzo del totale provinciale, dove la popolazione è così suddivisa:

  • 7 Comuni inferiore a 1.000 abitanti;
  • 13 Comuni inferiore a 2.000 abitanti;
  • 8 Comuni inferiore a 5.000 abitanti;
  • 4 Comuni superiore a 5.000 abitanti;
  • 3 Comuni superiore a 10.000 abitanti.Il bacino ha un’eterogenea configurazione territoriale: presenta caratteristiche ambientali, geografiche e socio-economiche disomogenee, mentre dal punto di vista geo-morfologico comprende sia l’area montana e collinare interna che quella costiera.

E’ quindi necessario acquisire elementi conoscitivi attendibili della condizione dei Comuni, mediante una mappatura delle realtà minori che presentano gravi debolezze di natura socio-economica.

La metodologia adottata consisterà nell’elaborazione per ogni Comune, di un indice di marginalità, partendo da una selezione di variabili socio-economiche (demografiche, di ricchezza, di finanza locale, di dotazioni), precisando che il 100% dei piccoli Comuni è classificabile non urbano.

Nel complesso, l’appartenenza dei Comuni alla diversa graduatoria altimetrica, ci consegna che sui 28 piccoli Comuni in esame, 5 sono litoranei, 14 sono di collina e 9 sono montani. Tra questi vi sono 19 Comuni che rivestono la qualifica di Comuni ultra-periferici.

Tra il 2011 e l’inizio del 2016 su 28 Comuni, 25 regrediscono di popolazione, dato che indica una loro progressiva marginalizzazione, dove le aree in difficoltà demografica si concentrano soprattutto nelle zone di collina interna e di montagna.

Le ricadute riconducibili alla contrazione demografica sono: la fuga della popolazione residente con maggiore reddito, l’indebolimento del tessuto produttivo, il collasso del sistema dei servizi locali, il degrado dell’ambiente fisico e naturale.

Ma c’è di più: si registrano anche altri processi dell’impoverimento, come l’invecchiamento della popolazione, lo spopolamento, la scarsità di dotazioni, la scarsità di risorse locali, la disoccupazione.

Come già detto, il territorio in considerazione ha una superficie totale di 6.649,96 kmq, comprendendo per la maggioranza, Comuni di piccole dimensioni, sia per ciò che concerne l’estensione territoriale sia per il numero di residenti e per la loro densità abitativa.

I Comuni sono così classificati:

CLASSE 1: gli espulsori, ovvero i comuni per i quali si è assistito a fenomeni intensi di riduzione della popolazione;

CLASSE 2: comuni regredenti;

CLASSE 3: comuni dinamici.

Dall’osservazione delle curve della popolazione emerge un processo di progressivo invecchiamento nell’area, con conseguenze pesanti sulla condizione sociale ed economica.

In tal senso si esprime l’indice demografico di dipendenza in quanto indicatore che ha rilevanza economica e sociale.

La condizione socio-economica in definitiva è ancora più precaria rispetto ai dati che emergono dai rapporti Bes pubblicati dall’Istat. Nella Provincia di Cosenza il reddito medio pro-capite è di 7.234 €, mentre quello del bacino di utenza dell’Inps di Rossano si ferma a 6.219 €, con uno scarto negativo di 1.015 €.

Il rapporto logistico-infrastrutturale di questo bacino territoriale con la città di Cosenza è riscontrabile in termini di forte problematicità, non solo in relazione alle distanze chilometriche, ma anche in riferimento ad una carente disponibilità di mezzi pubblici, determinando pertanto un costo sociale di rilevanti proporzioni a carico degli utenti.

Paradossalmente la razionalizzazione proposta dall’Istituto produce più spese, in quanto l’unico risparmio sarà costituito dal taglio dell’indennità al medico responsabile del servizio CML dell’Inps di Rossano, a fronte di una maggiore spesa quale rimborso delle trasferte ai medici che, dipendenti dalla sede di Cosenza dovranno partecipare alle sedute delle commissioni mediche integrate presso gli ambulatori di Rossano e Corigliano, senza contare l’aumento dei costi alimentati dalle visite domiciliari effettuate dalle commissioni mediche le quali dovranno spostarsi da Cosenza invece che dalla Sede di Rossano.

In questa circostanza si è ritenuto utile fissare parametri che includano la dimensione sociale e ambientale della povertà, ovvero indicare più segnali di povertà.

Infine, da una valutazione complessiva dell’insieme della proposta riorganizzativa dell’Istituto, a differenza di quanto affermato dai vertici dell’Inps, non si rafforza la sua presenza nel territorio, al contrario si costruisce un accentramento di funzioni a livello provinciale presso il capoluogo a danno degli utenti delle zone periferiche della Provincia, contravvenendo a principi canonici, tutelati anche dalla Costituzione, quali l’efficienza, l’efficacia e la sussidiarietà che dovrebbero contraddistinguere l’azione di decentramento amministrativo.

Appare pertanto evidente come una sostanziale modifica delle competenze del Centro medico-legale dell’Inps di Rossano, che prevedesse la soppressione od anche solo un suo ridimensionamento, avrebbe pesanti ricadute economiche e sociali su pezzi importanti di popolazione assistita, già di per se penalizzata sia per carenze strutturali che per la tendenza all’invecchiamento e alla progressiva marginalizzazione nel panorama economico-sociale.

CGIL, CISL e UIL difendono quindi la presenza del CML di Rossano, perché costituisce un presidio di rappresentanza istituzionale il cui venir meno significherebbe un peggioramento del rapporto INPS-popolazione assistita.

Inoltre la proposta di razionalizzazione così inopinatamente formulata dall’Inps Nazionale, oltre a non tener conto dei pareri territoriali e delle condizioni socio-economiche, come già riportato e suffragato dai dati di indagine su esposti, andrebbe ad aggravare le già precarie condizioni economiche, se solo si pensa che, in caso di visita, un qualsiasi residente del territorio preso in considerazione, si vedrebbe costretto a recarsi presso la sede CML di Cosenza, con aggravio di costi ad esclusivo carico del cittadino-utente (spese di trasporto, allungamento dei tempi, aumento delle distanze chilometriche), di cui peraltro non si avvantaggerebbe l’Inps, considerato che dovrebbe adeguare la sede delle visite (riteniamo infatti che l’attuale sede di via Isonzo non sarebbe adeguata a ricevere l’aumentata utenza), mentre non ci sarebbero risparmi né sul Personale medico, né sulle Commissioni mediche chiamate ad operare. Al contrario, come già detto le spese a carico dell’Ente potrebbero aumentare, considerato che le Commissioni mediche per visite domiciliari aumenterebbero le percorrenze e i tempi per il raggiungimento dei luoghi di visite domiciliari.

Riteniamo quindi che questo processo di riassetto dell’Inps non possa definirsi nei termini attualmente posti, e che viceversa abbia bisogno di un profondo ripensamento, attraverso un più adeguato confronto con le rappresentanze politiche, sociali e istituzionali del Territorio interessato, laddove invece si auspica la sottoscrizione di un’apposita convenzione, tra l’Inps e la Regione Calabria allo scopo di unificare le visite mediche di valutazione e di controllo che consentano l’eliminazione di inutili e costose duplicazioni di attività.

(fonte: comunicato stampa)

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