Cassano, vicenda Garofalo: papasso ne chiede le dimissioni. Ma opposizioni chiedono le sue

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municipio-cassano-allo-ionioA Cassano si parla di dimissioni. Il sindaco le chiede al presidente del Consiglio comunale e gli esponenti di Noi con Salvini le chiedono al sindaco. Ma andiamo per ordine. Durante la conferenza stampa che doveva spiegare i motivi dell’interdizione della ditta Garofalo group, è emerso un sonoro: “Chiediamo al Presidente Garofalo di fare un passo indietro, non perché pensiamo abbia colpe ma proprio perché crediamo nella sua onestà intellettuale, politica ed umana e vogliamo tutelare la sua immagine. C’è bisogno di dare un segnale istituzionale e non di cercare, come dicono taluni, capri espiatori”. Così il sindaco ha inteso spiegare l’interdizione della Prefettura della Repubblica e per cui si è dovuto procedere alla rescissione dei contratti d’appalto regolarmente svolti e aggiudicati: «Tengo a precisare – ha puntualizzato Papasso – che la ditta è risultata vincitrice di due appalti e per entrambi ha presentato la regolare documentazione e gli uffici altrettanto regolarmente e scrupolosamente hanno provveduto alle verifiche. L’interdizione era presente ma la ditta col certificato antimafia esibito che era stato emesso a gennaio 2016 con validità un anno aveva presentato la documentazione completa. Quando abbiamo capito quello che stava succedendo ed accertato presso la Prefettura della presenza dell’interdizione abbiamo provveduto immediatamente alla rescissione dei contratti e si sta già provvedendo a scorrere la graduatoria. Non abbiamo avvisato il consiglio che si era riunito il 18 agosto perché ancora non avevamo tutti gli elementi necessari per disegnare un quadro completo».
Ma il coordinatore cittadino di Noi Con Salvini, Alessandro Rusciani, invece, chiede le dimissioni del sindaco: «Chiediamo le dimissioni del Sindaco Papasso. Il suo lungo intervento non è stato altro che una ulteriore presa in giro verso i cittadini di Cassano, poiché nella sua personalistica ricostruzione degli eventi, cercando di sfumare una sua grave omissione, non ha raccontato ai cittadini durante il suo intervento che giorno 13 luglio la ditta appaltatrice comunicava agli uffici del comune la consegna lavori, e solo il 17 agosto, dopo la comunicazione dell’interdittiva della Prefettura, gli uffici comunali accertavano che i lavori non sono stati mai iniziati e pertanto trattenevano a sé la cauzione di 25mila euro. Non possiamo accettare il “pianto del coccodrillo”, c’è una quadro “catastrofico”, questa amministrazione, non sa minimamente mandare avanti la macchina burocratica, quali atti vengono approvati, quali interventi vengono effettuati sul territorio».
(Fonte: La Provincia)

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