Caso meningite rossanese a Ravenna: leggero miglioramento

Ormai è psicosi meningite a Rossano. Frutto di eccessivo allarmismo? Può darsi. Ma il caso dell’uomo rossanese ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale di Ravenna da martedì scorso per una presunta meningite sta creando vero e poprio panico tra i suoi concittadini e soprattutto tra chi è stato a stretto contatto con lui. Ma prima ancora della psicosi, c’è grande apprensione e dispiacere per lui. L’uomo, sindacalista, ha trascorso il Capodanno in Emilia Romagna a Gambettola da alcuni parenti. Nel pomeriggio di martedì ha iniziato a sentirsi male, con febbre molto alta. Ed è stato subito portato in ospedale. Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Tanto da finire in terapia intensiva. Le analisi di laboratorio eseguite sul sangue dell’uomo hanno identificato la presenza del meningococco di tipo y. Che è uno dei quattro sierotipi contenuti nel vaccino in uso, come spiegato dalla Ausl Romagna. Nella serata di mercoledì sono iniziate a circolare su WhatsAp notizie di ogni tipo. Che chi avesse avuto contatti con l’uomo dal 23 dicembre in poi (il periodo di incubazione varia da due a dieci giorni), si sarebbe dovuto rivolgere al proprio medico curante e iniziare la profilassi. Ma solo per contatti diretti e prolungati. I medici di famiglia stanno prescrivendo l’antibiotico più indicato: Ciproxin 500. Da assumere per 5/6 giorni. Insomma è psicosi. La Ausl di Ravenna ha dirmato un comunicato: “Si tratta di un batterio che generalmente si localizza a livello della gola senza determinare alcun tipo di disturbo e solo raramente causa delle malattie importanti quali la setticemia o la meningite. L’infezione – continua la nota stampa – si trasmette attraverso le goccioline di saliva a seguito di contatti interpersonali ravvicinati e prolungati e il tempo di incubazione della malattia è di norma di tre-quattro giorni, anche se può variare da due a dieci giorni. Per interrompere la circolazione del meningococco ed impedire la comparsa di ulteriori casi di malattia, è necessario che i familiari e le persone che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei dieci giorni precedenti la comparsa dei sintomi vengano sottoposti a una profilassi antibiotica per via orale con lo scopo di bonificare eventuali portatori del germe. Operazione ritenuta invece inutile per chi ha avuto solamente contatti occasionali e di breve durata con la persona malata”. Il servizio Igiene pubblica di Cesena ha ricostruito la rete dei contatti del paziente attraverso colloqui con i familiari più stretti. “Per quelli residenti nel territorio di competenza – prosegue la nota – il Servizio ha provveduto direttamente alla somministrare i farmaci raccomandati a scopo preventivo, mentre per i contatti fuori dalla Romagna sono state informate le aziende sanitarie di residenza per la profilassi”. Al momento le condizioni sembrano leggermente migliorate. La terapia che stanno eseguendo i medici ha fatto innalzare il livello dei globuli bianchi. Anche se il malcapitato sindacalista resta in coma farmacologico. Un appunto, però, va fatto: a chi ha diffuso su WhatsAp notizie incerte e soprattutto la foto dell’uomo. Senza rispetto per la dignità umana e per la privacy. L’allarmismo ci sta. Il panico anche. Ma non va mai perso di vista il rispetto per l’uomo e la persona. Invece la barbarie mediatica ha colpito ancora.

(fonte La Provincia di Cosenza)

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