Caro gasolio, Abate: Pescherecci costretti a lavorare in perdita, si rischia il tracollo

Corigliano-Rossano – Ieri sera ho incontrato i pescatori della storica marineria di Schiavonea i quali mi hanno manifestato la loro preoccupazione e le loro difficoltà per il caro gasolio. Tale situazione, aggravata dal conflitto tra Russia e Ucraina, sta mettendo in ginocchio non solo il settore dell’agroalimentare ma anche quello ittico e il grido di protesta parte proprio dal porto di Corigliano-Rossano.

La fase, purtroppo, ormai è emergenziale: mentre i prezzi riconosciuti ai pescatori per la vendita dei loro prodotti sono bloccati da anni, i costi di produzione sono aumentati del 40% soltanto negli ultimi tempi. La situazione era già diventata critica a causa degli aumenti dei mesi scorsi e oggi si è acuita ancora di più con il caro petrolio il cui prezzo è spinto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato e così i pescherecci italiani sono in perdita.

Gran parte dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Basti pensare che una imbarcazione spende una cifra considerevole al mese per il gasolio e con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle spese che gli armatori devono sostenere per le loro attività.

Con il quasi azzeramento dei profitti, la crisi ricade sia sugli armatori che sui pescatori, i quali erano stati già colpiti dalle variazioni climatiche che li costringono ad uscire in mare aperto poche volte a settimana a causa delle condizioni metereologiche avverse. Da qui il grido di allarme, che presto potrebbe sfociare in protesta, della marineria di Schiavonea che sicuramente può rappresentare tutte le altre del Paese, le quali in questi giorni stanno facendo sentire alto il loro malcontento perché non riescono a mandare avanti né le proprie attività e né le proprie famiglie.

Per questo motivo faccio mie, per l’ennesima volta, le loro sollecitazioni e le loro ragioni e chiederò il massimo impegno al Governo e al Ministro dell’Agricoltura per intervenire e sostenere anche il settore della pesca. In una situazione di tale crisi nazionale ed europea di certo andrebbero anche rivisti i progetti del Pnrr per inserirne altri con diretta ed immediata ricaduta sul primo anello delle filiere, nella pesca ed in agricoltura, costituito dai produttori e dai pescatori, per evitare che tutti i fondi europei si perdano nei meandri delle varie sovrastrutture negli anni creati ad hoc ma che si sono dimostrati poco incisivi e utili sia per gli agricoltori che per i pescatori.

Per sostenere il mercato ittico e il lavoro dei piccoli pescatori auspico che lo Stato intervenga immediatamente anche con uno scostamento di bilancio, richiesto da più parti. Senza adeguate ed urgenti misure per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni saranno dunque costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione per un settore fondamentale per l’economia nazionale e con un vasto indotto collegato. Di certo se non si risolverà entro breve il conflitto Ucraina-Russia i prezzi sono destinati ancora ad aumentare e le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.

 

Sen.ce Rosa Silvana Abate

Gruppo Misto – Capogruppo Commissioni “Agricoltura” e “Questioni Regionali”

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