Biblioteca Minnicelli. Mostra fotografica di Fabio Palombi sulle periferie del mondo

Corigliano Rossano – All’interno del percorso culturale “Una rete di luoghi”, la Biblioteca Minnicelli, il Museo Diocesano e del Codex e la Biblioteca Diocesana San Nilo e San Bartolomeo invitano alla due giorni dedicata a Fabio Palombi, artista romano, che esporrà a Corigliano Rossano la personale di fotografia “Orizzonti periferici” e presenterà il suo libro “Racconti in moto”. La mostra fotografica verrà inaugurata sabato 13 alle ore 19 nei locali della Biblioteca Minnicelli, nel centro storico di Rossano, negli spazi del “Club di lettura Margherite Yourcenar” in Via Luigi Minnicelli, 1.

Domenica 14 alle ore 10, sempre presso la Biblioteca Minnicelli, nel centro storico di Rossano ma con in più la partecipazione straordinaria del Moto Club “I Cavalieri” di Corigliano Rossano, verrà presentata la seconda edizione del libro di Fabio Palombi “Racconti in moto”. In entrambe le giornate sarà presente l’autore.

Dopo la presentazione del libro di domenica 14, i partecipanti potranno recarsi al Museo Diocesano e del Codex usufruendo di uno sconto, a loro riservato, sul biglietto di ingresso, per ammirare il Codex Purpureus Rossanensis, patrimonio dell’Unesco, meraviglia e vanto della Città.

«Nella mostra fotografica “Orizzonti Periferici” è chiara l’idea del paesaggio visto dalla parte del fotografo che è sempre la prosecuzione del suo pensiero – racconta la direttrice della Biblioteca Minnicelli, Ombretta Gazzola – di come il pensiero si riflette all’esterno e la fotografia rappresenta l’incontro tra la dimensione dell’interiorità e il mondo. Lo sguardo che Fabio Palombi ci propone nei suoi scatti è lo sguardo sul Paesaggio in continua modificazione e identifica il nostro mondo con l’urbanizzazione selvaggia, incontrollata, con la scomparsa della bellezza naturale, fino a far coincidere il naturale orizzonte con l’orizzonte urbano. La sua fotografia di Paesaggio diventa strumento interpretativo dei luoghi fondata sulla osservazione degli spazi rimossi, dei luoghi marginali, degli spazi effimeri, delle tracce e dei segni sopravvissuti dell’uomo che vive nella periferia. Le periferie sono i maggiori luoghi minacciati dalla modernità ma, nella realtà brutale che lascia la terra devastata, egli cerca una identità estetica, nascosta nei luoghi diventando, così, interprete di valori culturali e strumento per guardare in modo inconsueto le cose.  La sua ricerca si dirige su ciò che passa inosservato nei Paesaggi deboli o minori, su ciò che i nostri occhi non vedono più e sui quali tendiamo a sorvolare ma che indicano l’intimità dei luoghi nel tempo della vita quotidiana».

Il libro “Racconti in moto” è una raccolta di racconti a volte fantasiosi di una vita, osservata da dietro la visiera di un casco. Il filo conduttore è una moto che accompagna l’autore in viaggi più o meno lontani, alla scoperta del suo io più profondo, in un confronto con il mondo esterno dal quale scaturiscono paure, ansie ed emozioni. L’intimità che si crea, quando si va in moto, è l’essenza che conduce all’introspezione. Non corse adrenaliniche o sorpassi imprudenti, ma il lento e armonico veleggiare tra le curve, a cavallo di una moto, per cogliere il significato di ciò che, spesso, la quotidianità fa sfuggire. Un modo e un mondo che nutre la voglia incomprimibile di continuare a cercare, tra le pieghe dell’anima, l’emozione di vivere. Un modo per mettere in moto i pensieri raccontati.

Fabio Palombi nasce a Roma il 21 giugno 1961. Ad appena 14 anni inizia ad interessarsi di fotografia grazie al papà Benito che gli trasmette una passione che mai si sopirà. Inizia tutto con una Zenit usata comprata al mercato di Porta Portese. Scattando e fotografando tutto quanto gli è attorno, comincia un lento percorso di crescita tesa, soprattutto, a osservare la realtà da un punto di vista più “critico”, meno convenzionale. Inizia a cimentarsi con la camera oscura e in breve ne allestisce una in una stanzetta dell’appartamento in cui vive, sviluppando dapprima solo in b&n e poi anche a colori. La solitudine delle ore passate nell’oscurità di quella stanza, le prove, le sperimentazioni fatte su carta, le immagini che lentamente prendono vita nelle bacinelle d’acidi segneranno indelebilmente quella scelta. Si concentra sulla realtà che vive ogni giorno, magari tra le strade del quartiere sotto casa. Ecco perché le sue foto mantengono vivo quel sapore incerto dovuto alla precarietà dello scatto, di un istante in cui il mondo si ferma e si immobilizza portando con sé l’autenticità di una matrice vera come è vero il mondo che è fotografato (Comunicato stampa). 

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