Vaccini al 50% in provincia di Cosenza, lettera dei sindaci ai vertici

Punto vaccinale di Rossano

Nella provincia di Cosenza arrivano ai comuni circa il 50% dei vaccini programmati. Nella città di Corigliano-Rossano su 14mila vaccini necessari a soddisfare la domanda settimanale, ne giungono appena 7mila. Una situazione non più tollerabile che produce apprensione, ritardi, ed aiuta a estendere il numero dei contagi. Il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, nella qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asp di Cosenza ha avanzato una richiesta (sottoscritta da una settantina di sindaci) di un maggior numero di vaccini per l’intera provincia di Cosenza, rivolta  al Ministro Speranza, al Generale Figliuolo, alla governance sanitaria calabrese e, per conoscenza, al Presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì. Il documento porta la firma del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi nella qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asp di Cosenza.

A rischio la totale paralisi delle attività

Nella nota gli amministratori esprimono «profonda preoccupazione per le carenze di disponibilità di dosi vaccinali che non ha consentito e continua a non consentire la minima programmazione ai responsabili dei distretti i quali, in stretta collaborazione con i sindaci, hanno organizzato numerosi centri lungo il territorio. Una indisponibilità che, nelle ultime ore, è diventata drammatica ed inaccettabile. A fronte di questo comune sforzo istituzionale e civile, risulta beffarda e preoccupante la continua e sempre più grave indisponibilità di vaccini necessari a proteggere le fasce prioritarie delle nostre comunità». Il rischio che si rappresenta è la totale paralisi delle attività, a tal punto da compromettere persino i richiami. «Per tali ragioni, affermano i sindaci, non possiamo non lanciare un inevitabile grido d’allarme e chiedere un intervento urgente e risolutivo da parte Vostra garantendo ed incrementando le quantità di vaccino necessarie per consentire alle strutture sanitarie territoriali di chiudere correttamente i cicli vaccinali già avviati ed approntare una programmazione efficiente. Senza tale intervento, il procrastinarsi delle condizioni di carenza ed incertezza attuali non garantirebbe alle nostre comunità la possibilità di accedere al diritto di vaccinarsi, facendo venir meno lo stesso diritto alla Salute, con tutto ciò che comporta»

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: