Vaccarizzo Albanese. Dipendente licenziato, Corrado accusa sindaco per ingiusta causa

Vaccarizzo Albanese – Angelo Corrado,
Consigliere comunale: A costo di passare per un rompiscatole cui non va bene niente di ciò che fa il Sindaco Antonio Pomillo, a differenza di tanta brava gente cui invece va bene tutto, non riesco proprio a restare indifferente di fronte a ciò che è accaduto, nei mesi scorsi, a un dipendente del comune di Vaccarizzo Albanese. Il quale è stato licenziato, con delibera di giunta, per non avere più l’idoneità fisica a svolgere per intero le proprie mansioni. Il tutto, ovviamente, con l’avallo di una commissione medica di verifica. Ora, la cosa in sé potrebbe anche starci, perché di casi del genere ne accadono tanti, ciò che invece non ci sta è il modo in cui è stata gestita questa vicenda. Intanto, perché spesso non si comprende che dietro un qualsiasi provvedimento amministrativo, seppur imposto dalla legge, ci sono delle persone con le loro famiglie, che da un giorno all’altro si vedono private di ogni mezzo di sostentamento, per cui bisognava stare attenti con le decisioni definitive e cercare magari una soluzione che potesse scongiurare il licenziamento, considerando che i medici, per quel dipendente, avevano escluso solo il lavoro a contatto coi raggi solari e le polveri ambientali. Poi, perché una volta fatto il danno cercare di fare marcia indietro, su sollecitazione dei sindacati, proponendo al dipendente licenziato un lavoro part-time e a mezzo stipendio è stata una vera e propria mostruosità, forse dettata da una dose di scemenza inemendabile. Davvero il sindaco, che in tutti questi anni di mandato sembra aver vissuto nelle caverne invece che nel proprio paese, pensava che il dipendente potesse accettare questa soluzione? Era così difficile capire che essere in difficoltà non è che necessariamente autorizzi a essere cretini? E poi, per un amministratore, cambiare idea su sollecitazione dei sindacati già di per sé non è un merito, ma quando il rimedio proposto è peggiore del male tutto diventa più problematico, soprattutto per chi, da anni, guida un comune e spera di poterlo rifare in futuro. Direte cosa c’è ora da fare? Poco, se non reintegrare il dipendente, magari con un’altra mansione, o affidarsi, per il sindaco, alla clemenza della corte, leggi giudice del lavoro, che proverà a fare chiarezza su questa incresciosa vicenda, che si sarebbe potuta evitare se solo qualcuno avesse avuto un po’ più di cuore prima di agire. O no, caro Pomillo e cari assessori? (Comunicato stampa).

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