Un museo all’avanguardia che rappresenta l’intera Sibaritide nel mondo

Di SAMANTHA TARANTINO
museo-sibaritideUn grande museo multimediale per la Sibaritide, che racchiuda le numerose testimonianze degli antichi splendori del nostro passato e che sia riconoscibile sul piano internazionale». Queste le parole, cariche di fiducia, della dottoressa Adele Bonofiglio, neodirettrice del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide e parco di Sibari, che in esclusiva a L’Eco dello Jonio illustra il nuovo assetto riorganizzativo, nell’era Renzi e in orbita Franceschini.
È vero, il cambiamento c’è e ci sarà ancora. La svolta rispetto al passato dovrà essere incisiva e letta in chiave di uniformità statale. «In effetti, il senso della riforma ‒ afferma la dottoressa Bonofiglio ‒ è dare ampio spazio alla fruizione a 360°, mentre fino ad ora si era pensato di più alla tutela». In questa chiave, si devono interpretare le nuove linee guida dell’International Council of Museums che affiderà competenze specifiche a varie figure professionali: accanto al direttore, potrà esserci un curatore o conservatore delle collezioni incaricato delle attività di studio, ricerca e didattica. Fondamentale anche il ruolo responsabile dei rapporti con il pubblico, del marketing e della raccolta fondi. Un referente per l’area amministrativa, per gli allestimenti e per la sicurezza. Una vera e propria azienda dei beni culturali. E parlando di uniformità, anche la questione “biglietto a basso costo” sarà affrontata in direzione unica per tutti i musei statali. Per cui verrà stabilito un unico prezzario ‒ si spera più dignitoso, aggiungiamo noi.
La direttrice Bonofiglio, che ha anche l’incarico dirigenziale del Museo nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia, sottolinea come la valorizzazione dei beni culturali del nostro territorio passi anche e soprattutto dalla conoscenza della nostra storia. «Stiamo lavorando con le scuole ‒ continua ‒ per poter arrivare a tutti i livelli. Al momento, sono due i progetti: uno a Corigliano e l’altro a Cantinella, nei quali si propone l’alternanza scuola-lavoro, interessante su più fronti. Siamo stati selezionati, inoltre, dal SED (l’organismo ministeriale per l’educazione) che si occupa della didattica per i ragazzi, per un progetto assieme al Museo di Locri».
«Abbiamo firmato da Polo una convenzione con l’Associazione Itineraria Bruttii Onlus, che ha vinto l’appalto a seguito del bando regionale per la valorizzazione. Si occuperà delle visite guidate con prenotazioni on line e dei laboratori didattici nel museo.
E mentre attendiamo le risorse economiche che ancora non sono state suddivise ‒ continua ancora ‒ nelle more di questa riforma, noi ci stiamo muovendo perché non possiamo arrivare alla prossima stagione in ritardo, con una presenza di visitatori nuovamente troppo bassa. Vorremmo, quindi, prendere accordi con agenzie turistiche del territorio e collaborare con i mezzi stampa per far conoscere le attività del museo, a più largo spettro. In vista anche delle numerose novità: in previsione c’è infatti un evento/convegno che avrà un richiamo notevole per l’intero territorio. A breve, dovrebbero consegnarci, ultimate le fasi di collaudo strutturale ‒ si spera a fine febbraio ‒, i nuovi edifici e i depositi, con il modulo Ippodameo e il cantiere del parco, così metteremo in opera la nuova ala del museo.A conti fatti, tutto lascia pensare che il Museo Archeologico della Sibaritide sarà una delle aree più importanti e attrezzate, con possibili collegamenti sul piano internazionale».
E in linea con le nuove disposizioni del Ministero, la direttrice del Polo museale della Calabria Angela Tecce spera di delineare al meglio le strategie per valorizzare la Calabria e il suo patrimonio culturale, affinché si possa parlare, finalmente, di turismo come volano di un tessuto economico e sociale della Regione.
«Devo dire – conclude la dottoressa Bonofiglio ‒ che la riorganizzazione del museo è stata possibile grazie a tutto il personale, un team che sta operando per il riconoscimento del polo nell’intero comprensorio». E, in effetti, il museo non espone solo le varie fasi costruttive di Sybaris, Thurii e Copia, ma ogni teca ha al suo interno reperti e testimonianze archeologiche che vanno da Cariati, con il corredo della nota tomba del Guerriero, passando per Trebisacce, per la zona Larderia di Roggiano Gravina, per Ciminata di Rossano, che ha restituito il tesoretto di monete, arrivando alla necropoli di località San Vito di Luzzi, con il corredo della tomba del chirurgo, forse una borsa dei ferri di un medico, ortopedico o dentista del I secolo d.C. «E in epoca di connessioni e condivisioni, è fondamentale parlare di rete tra musei e con i comuni stessi, come nel caso di Amendolara e Francavilla. Se ne discute tanto, ma ora è arrivato il momento di mettere in pratica». Che sia la volta buona e finalmente si possa parlare della Sibaritide come sede di un museo all’avanguardia, tecnologico e multimediale? Noi vogliamo sperarci. Ne abbiamo bisogno.

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