Trebisacce, in scena la tradizione con lo spettacolo “Pronto, ci sei???”

Con l’obiettivo di recuperare e valorizzare il dialetto come una miniera di insegnamenti e di saggezza e come portatore di una molteplicità delle esperienze fatte dai nostri nonni nel corso dei secoli, l’associazione culturale “L’Albero della memoria”, continuando la sua preziosa opera di recupero e valorizzazione della lingua, dei canti e delle tradizioni popolari, ha messo in scena lo spettacolo teatrale “Pronto, ci sei???”, di Piero De Vita, musiche si Rocco De Vita. Una commedia in gergo dialettale molto spassosa, con alcune scene di una comicità esilarante generata in particolare dal genio di Filippo Garreffa, Maria Ardis, Vincenzo Odoguardi e Pino Resta insieme a un gruppo di bravi attori del luogo come Giuseppe De Vita, Gaetano Scutari, Francesco Chidichimo, Salvatore Silvestri, Giorgia Genise, Elena e Ludovica Giorgio e Anna Monti. Nel ricco carnet degli eventi estivi programmati dall’amministrazione comunale non poteva infatti mancare il teatro popolare che nella cittadina jonica viene coltivato attraverso diverse iniziative di teatro popolare stabile. Peccato che alla città, dopo il mancato recupero dell’antico cinema-teatro Gatto su cui il comune non ha inteso investire, faccia difetto una struttura teatrale in grado di ospitare spettacoli del genere. Ma la qualità dei testi e la bravura degli attori ha reso lo stesso godibile uno spettacolo recitato in piazza, senza quinte e senza sipario. Merito in particolare della bravura degli scenografi Franca Aloise e Giuseppe Malatacca e del loro staff  (Romina Lista e Angela Tucci) che hanno operato con il coordinamento tecnico di Angela Malatacca. Molto attuale e immanente il tema della commedia che ha divertito molto il numeroso e attento pubblico, imperniato sul dilagare di PC, cellulari, smartphone, tablet e altri aggeggi infernali, autentici totem della civiltà dei consumi che ci tengono costantemente incollati al filo invisibile del telefono, di cui sembra non si possa fare a meno e che rischia di compromettere i rapporti diretti tra le persone.

Fonte: La Provincia di Cosenza

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