Trebisacce, l’ospedale Chidichimo riaperto solo sulla carta

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TREBISACCE Il destino dell’Ospedale di Praia a Mare non è completamente sovrapponibile a quello di Trebisacce: il 30 settembre prossimo, infatti, non segnerà la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare come ha sostenuto qualcuno con un’eccessiva dose di ottimismo, senza fare i conti con la pachidermica lentezza della politica e facendo incavolare le popolazioni dell’Alto Jonio, ma in quella data il dottor Eugenio Sciabica, nominato Commissario ad Acta per l’ospedale di Praia dai giudici del Consiglio di Stato per adottare gli atti propedeutici alla riapertura di quel nosocomio, autorizzato dal Ministero della Salute e dal management regionale della sanità, emetterà il Decreto il Decreto di riapertura di quell’Ospedale. Ma detto Decreto, per quanto essenziale, non segnerà l’automatica riapertura dell’Ospedale come, del resto, è successo per l’Ospedale di Trebisacce. Il “Chidichimo”, infatti dispone già dal I° aprile 2016 del Decreto di riapertura e lo ha firmato il Commissario Scura in ossequio alla “istanza di ottemperanza” presentata dall’avv. Giuseppe Mormandi a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che ne ha sancito la riapertura.
Riapertura sancita però solo sulla carta, perché purtroppo da quella data sono trascorsi infruttuosamente 17 mesi e, tra i ritardi della burocrazia, l’indolenza dei vertici aziendali e la rissosità, che pare finalmente rientrata dopo le dimissioni del sub-commissario Urbani, all’interno della struttura commissariale, il Decreto firmato dall’ing. Scura il I° aprile per l’apertura di un “ospedale di zona disagiata” finora si è rivelato un vero e proprio “pesce d’aprile” che attende di essere riempito di contenuti. In mezzo, per la verità, c’è stata la campagna elettorale e l’immancabile sfilata della classe politica regionale e tutto, a parole, sembrava doversi concretizzare in poco tempo.
Così non è stato tanto che oggi si può tranquillamente affermare che l’Ospedale di Trebisacce ha la patente, ma non la può utilizzare perché non ha l’auto da guidare. Questa purtroppo è la verità! La delusione rimane su tutto il vasto territorio.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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