Trebisacce: Fibra ottica, figli e figliastri

rete-in-fibra-ottica (Rep.)La Calabria, grazie al piano regionale Bul (banda ultra larga) che ha collegato alla banda ultralarga i primi 233 comuni, è tra le regioni “più connesse” d’Europa, ma nell’Alto Jonio anche la Fibra Ottica rischia di partorire figli e figliastri. Gran parte dei comuni calabresi (233 su 405), grazie al progetto realizzato dal governo regionale in accordo con il ministero delle Sviluppo Economico, risultano infatti già connessi alla fibra ottica, me ce ne sono altri che, pur essendo stati completati i lavori, non risultano ancora connessi ed altri ancora, per lo più i piccoli paesi delle aree interne, sono rimasti fuori dal primo contingente ed ora aspettano con impazienza di rientrare tra i rimanenti 172 comuni calabresi rimasti fuori dal primo contingente. Tra i primi, cioè tra quelli non ancora connessi, c’è Trebisacce che fa inspiegabilmente parte dei figliastri a differenza di quasi tutti i comuni rivieraschi (Rocca Imperiale, Amendolara, Roseto, Montegiordano, Villapiana…) che invece risultano già connessi alla banda ultralarga. Come mai, si chiedono tanti cittadini, questi ritardi? Perché gli amministratori in carica non si fanno sentire? Eppure, sostengono molti utenti sul web, nella cittadina jonica i lavori di interramento dei cavi della fibra ottica sono stati completati da oltre un anno ma, al momento nessuno, neanche i gestori delle telefonia fissa, sono in grado di fare delle previsioni rassicuranti. Rassicuranti, a questo proposito, le parole del presidente Oliverio: «Entro l’anno in corso – ha dichiarato di recente il governatore Oliverio – tutti i 405 comuni calabresi saranno collegati alla banda ultralarga. Saremo così – ha commentato il governatore della Calabria assicurando che insieme ai lavori di messa in opera della rete partirà anche la fase per rendere fruibile il servizio – una delle regioni più connesse d’Europa senza escludere, come è stato fatto in passato, le zone interne, così da evitare lo spopolamento delle aree montane dovuto anche all’arretratezza tecnologica».
(Fonte: La Provincia)

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