Transizione ecologica, mobilità a emissioni zero: la Calabria tassa

La Calabria è tra le poche regioni d’Italia ad andare in controtendenza alle linee guida dello stesso attuale Governo Draghi in materia di transizione ecologica. È la regione più povera ed è anche la regione dove il costo della vita paradossalmente è al di sopra, almeno in alcune aree, di centri del Nord. Gran parte delle regioni d’Italia esentano dal pagamento del bollo auto i veicoli ad alimentazione elettrica e ibrido, in Calabria l’esenzione è limitata a cinque anni per l’elettrico mentre l’ibrido si paga regolarmente. Come la Calabria le sole regioni Sardegna, Molise e Umbria. Non è certo così che si promuove la cultura della mobilità a emissioni zero.

Due mari, montagne, parchi, colline, laghi, fiumi, torrenti, un patrimonio naturale che andrebbe custodito e conservato ma anziché incentivare le politiche ambientaliste si va nella direzione opposta, nella consapevolezza che il settore dei trasporti è responsabile delle emissioni di gas serra in tutto il territorio nazionale per circa un quarto. L’obiettivo dei governi è quello di arrivare a sei milioni di veicoli elettrici entro il 2030. E in Calabria? Il problema viene posto? Solitamente il cittadino calabrese viene tartassato da una tassazione al pari delle regioni più produttive, ma in cambio non ha servizi. In questo caso, addirittura, paga la tassa di proprietà mentre le regioni forti sono esentate.  L’Europa cammina a velocità decisamente diversa: un esempio su tutti la Germania, niente bollo per 10 anni. In Lombardia esenzione totale per l’elettrico e al 50% ibrido, in Emilia Romagna,  Campania, Lazio, Veneto, Sicilia, Abruzzo 5 anni per l’elettrica e 3 per l’ibrida. In Puglia 5 anni l’elettrica e 5 l’ibrida, come anche il Piemonte, la Valle d’Aosta, Liguria. Addirittura le Marche per 6 anni. La Calabria, e poche altre, non prevede agevolazioni sull’ibrido.

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