Tracce di storia su Sant’Onofrio, racconto di Martino A. Rizzo

L’Eremo di Sant’Onofrio era un fabbricato appartato e lontano dal centro abitato, dove si ritiravano coloro che intendevano dedicarsi a una vita di penitenza, di preghiera e di contemplazione.

Era situato nella vastissima Difesa di Sant’Onofrio, un’immensa area situata nell’alta valle del Colognati, ai confini con Longobucco. Dopo la distruzione dell’antico monastero che lì c’era, da parte dei turchi nel 983, da delibere comunali dell’800 risulta che l’Eremo, almeno a quell’epoca, fosse composto da due stanze grandi con bassi soffitti, più loggia e scala. Di fronte c’era la chiesina a fianco della quale vi era un’altra stanzina, costruita successivamente con le offerte dei fedeli, anch’essa con bassi soffitti (da Francesco Caruso, L’Eremo di Sant’Onofrio). A differenza dei tanti monasteri, spesso grandiosi, ricchi di possedimenti e pieni di beni artistici, l’eremo aveva la sola funzione di dare un tetto ai religiosi che avevano abbracciato la scelta di una vita eremitica di preghiera e di rinunce. Pertanto era costituito dell’essenziale. Secondo il prof. Francesco Filareto, l’edificio era abitato da monaci calabro-greci onofriani che si richiamavano al modello e allo stile di vita ascetica di Sant’Onofrio, monaci detti impropriamente basiliani.

Fino al 24 gennaio 1810, tutta la Difesa di Sant’Onofrio era di proprietà dei Borghese, feudatari di Rossano. Nella “Storia di Rossano” di Alfredo Gradilone, è riportato un documento col quale i sindaci di Rossano il 20 giugno 1729 sottoscrissero una ricognizione sui beni posseduti dall’Università e in tale atto dichiararono che “l’Ill. Principe Borghese utile Patrono possiede li infrascritti beni burgensatici: … Il pascolo e ghiandaggio della difesa univ. di S. Onofrio, Castagna del trono ed altri … Possiede in detta difesa il taglio delle doghe … Possiede in detta difesa li letti, dove si serra la neve …” (Ed. Cosenza, 1967 pag. 574 e ss). Il bene burgensatico era un bene concesso dal sovrano solo ai feudatari, di sua esclusiva proprietà, sul quale il feudatario non pagava tasse feudali.

Infatti, nel 1612 il Principato di Rossano, la terra di Longobucco e il casale di Paludi erano stati comprati dal cardinale Aldobrandini per il nipote Giorgio Aldobrandini, che in quegli anni era sotto la tutela della madre Olimpia Aldobrandini (1567-1737). In seguito a eredità e matrimoni il feudo di Rossano passò dagli Aldobrandini alla famiglia Borghese.

La proprietà dei Borghese sulla Difesa di Sant’Onofrio durò fino al 24 gennaio 1810 quando la Commissione Feudale la assegnò al Comune di Rossano in virtù della Legge 2 agosto 1806, eversiva della feudalità (vedasi Gradilone pag. 631).

Con l’arrivo dei francesi nel Regno di Napoli, con sovrano prima Giuseppe Bonaparte e poi Gioacchino Murat, vennero introdotte alcuni leggi importanti per fare cassa: quella eversiva della feudalità appena citata e i provvedimenti normativi per la soppressione dei monasteri. Col Decreto del 30 novembre 1808 la proprietà dell’Eremo di Sant’Onofrio fu trasferito al comune di Rossano (da Umberto Caldora, Calabria Napoleonica. Ed. Brenner, Cosenza 1985, pag. 217).

In un atto processuale di una controversia tra il comune e il feudatario si legge che tra le materie del contendere c’era anche quella relativa al pagamento della “metà d’una messa in ogni giorno Festivo, che deve far celebrare nell’Eremo di S. Onofrio, atteso l’altra metà la paga il Romito. In tempo del catasto, ut fol. 10. Vennero bonati annui ducati dodici alli Sacerdoti che celebrano la messa ogni giorno festivo nell’Eremo di S. Onofrio, furono oncie quaranta”.

 

N.B.: Gli articoli e gli stralci dei testi citati sono consultabili su:

https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/chiese-di-rossano/s-onofrio/

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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