Sviluppo urbanistico della Piana di Sibari bloccato per “colpa” di Corigliano Rossano

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Il Piano strutturale associato della Sibaritide che oltre alla città guida contempla anche Cassano all’Ionio, Calopezzati e Crosia, è lo strumento di pianificazione urbanistica per eccellenza, una sorta di enorme piano regolatore che si estende a “elle” nel cuore della piana, un’area di 549 chilometri quadrati in cui vivono quasi 120mila abitanti.

Il Psa è sostanzialmente pronto dal 2018, anno in cui la conferenza del piano lo ha licenzia, passando – a questo punto – la patata bollente ai consigli comunali. Cassano, Crosia e Calopezzati sono pronti ad approvare il piano da anni. Corigliano Rossano a “parole” anche, tranne poi posticipare di semestre in semestre. Per quale arcano motivo, non è dato sapere. L’ultima volta che il sindaco Stasi dichiara di essere pronto, risale ad un anno addietro, giugno 2022. 

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Il Psa sembra la più classica delle tele di Penelope e la vicenda è simile a quella che avvolge tra le nebbie l’ospedale della Sibaritide. D’altronde, gli anni sono gli stessi, 2006 e 2007. Sostanzialmente quando i comuni iniziano ad imbastire il discorso, l’Italia non è ancora campione del Mondo. Un’era geologica fa.

In mezzo, centinaia di riunioni, discussioni soprattutto tra Corigliano e Rossano in epoche ante fusione. Chiusa la fase di elaborazione l’Ufficio del Piano, ovvero l’organo costituito dai cinque comuni, il 15 marzo 2018 stabilisce che si può procedere all’adozione, auspicando anche la contemporanea approvazione da parte dei Consigli comunali.   Da quel giorno è buio pesto. Qualche dichiarazione dell’Amministrazione comunale coriglianorossanese che si dice pronta ad andare in consiglio comunale e poi più nulla. Il Psa della Sibaritide sembra finire nell’oblio, eppure di anni ne passano ben cinque.  Fino ai giorni nostri, giorni in cui i sindaci di Cassano, Crosia e Calopezzati, ovvero Gianni PapassoAntonio Russo ed Antonello Edoardo Giudeandrea, esauriscono la pazienza. Qualche settimana fa decidono di inviare una lettera a Flavio Stasi che risponde rassicurandoli, tranne poi «sparire» di nuovo.

I tre sindaci, con grande garbo e bon ton istituzionale non puntano il dito ma è evidente che non ne possono più di aspettare, perché la mancata approvazione tarpa lo sviluppo – che è a vocazione prettamente turistico – dei loro comuni.   Peraltro anche la Regione Calabria, dopo aver inviato formale diffida ai quattro comuni, inizia a sbandierare lo spauracchio di una nomina commissaria che sbrogli la matassa, fino ad accompagnare il Psa della Sibaritide all’approvazione.

Papasso: «Rischiamo il commissariamento da parte della Regione»

«La mancata approvazione non ha ovvie ricadute negative solo sul territorio di Cassano – spiega il sindaco, Gianni Papasso – ma in tutti e quattro i comuni, anche perché nell’ambito del Psa vige il concetto della perequazione urbanistica. Quindi se alcune volumetrie non vengono utilizzate a Cassano, ad esempio, possono essere assorbite dagli altri comuni. Nella nostra qualità di sindaci di Cassano, Crosia e Calopezzati, abbiamo deciso di scrivere al collega Stasi chiedendo di prevedere la convocazione unitaria delle assisi civiche».

«Dal sindaco di Corigliano Rossano – continua – abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni ma sono passati mesi. La questione si sta facendo delicata perché la Regione Calabria ci ha invitati ad accelerare, pena la nomina di un commissario. Nei giorni scorsi ci siamo confrontati col sindaco di Calopezzati, il quale mi invitata a vederci. Peraltro siamo tutti gravati da un grande problema: il territorio ricadente nel Psa è diventato tutto territorio “agricolo” e così gli uffici non possono rilasciare alcuna concessione edilizia. Già siamo gravati dalla grande crisi, tant’è che di gru non se ne vedono in giro, e se dovesse giungere la richiesta di realizzare un pacchetto edilizio siamo costretti anche a dover rifiutare perché non siamo dotati di strumento urbanistico. E questo penalizza anche le potenzialità di sviluppo economico. Non voglio entrare in polemica con Stasi e con la città, comprendo che la fusione produce nuove esigenze, ma il mio suggerimento è quello di andare all’approvazione coi consiglio comunali e poi nell’ambito delle osservazione, ogni amministrazione può proporre eventuali modifiche, perché la conferenza di pianificazione si è chiusa da tempo».   Il primo cittadino di Cassano, oltre 18mila abitanti, si sente gravato anche dalle pressioni politiche. «Sono sindaco da tre anni e mezzo, subisco pressioni continue da parte di consiglieri comunali, imprenditori e cittadini che sono inibiti della possibilità di realizzare interventi edilizi nel territorio e con la crisi in atto, senza bonus 110, dovremmo invece favorire questi processi. Più che polemizzare – conclude Papasso – dovremmo avere consapevolezza che i cittadini necessitano di risposte». Gianni Papasso chiosa sbandierando l’ipotesi di «convocare i consigli comunali congiuntamente con Crosia e Calopezzati», senza attendere oltre.

Giudiceandrea: «Continuiamo a perdere abitanti»

Il sindaco di Calopezzati, 1500 abitanti, aggiunge un particolare di non poco conto. «Mi chiedo cosa stia accadendo e perché stiamo attendendo tutto questo tempo. Noi siamo un piccolo comune e ci sentiamo un vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro; non abbiamo grandi prospettive di sviluppo ma iniziamo a perdere quelle che arrivano. Qualche opportunità c’è, come c’è qualche interesse da parte di imprese e cittadini che vorrebbero edificare nuove abitazioni, ma queste velleità vengono tarpate dalla mancata approvazione del Psa».

«I ritardi – sottolinea Antonello Edoardo Giudiceandrea – stanno facendo perdere buone occasioni di crescita. Paradossalmente, perdiamo abitanti. Non bastassero i problemi che sovraccaricano le comunità interne, la mancata adozione del piano comporta la perdita di abitanti, giovani coppie, ad esempio, che vogliono costruire casa ma sono costrette a “traslocare” per esempio, nella vicina Pietrapaola. Vicende queste, che si stanno ripetendo troppo spesso», lamenta in chiusura il primo cittadino di Calopezzati».

Russo: «Sbloccare lo sviluppo costiero»

Anche il sindaco di Crosia, 11mila abitanti, non ne può più. «Con i colleghi di Calopezzati e Cassano – rivela Antonio Russo – abbiamo chiesto al Comune di Corigliano Rossano di convocare una cabina di regia utile a stabilire un cronorpogramma che sfoci con l’adozione del Psa della Sibaritide. Restiamo in attesa di risposte. Nel frattempo stiamo pensando anche di organizzare tutta una serie di iniziative utili a preparare e formare gli uffici tecnici al nuovo piano».

Anche Russo conclude alla Papasso. «Qualora dovessero accumularsi ulteriori ritardi da parte del comune capofila, siamo pronti comunque ad andare in consiglio. È una ipotesi, perché l’obiettivo comune resta quello di andare in adozione tutti insieme». ( Cosenzachannel – Luca Latella)

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