SOS di Centro violenza Fabiana, Mondiversi e Casa Rifugio. Nota ai vertici

L’associazione Mondiversi  onlus (Antonio Gioiello), centro antiviolenza Fabiana (Luigia Rosito) e Casa Rifugio (Sonia Leonino) si rivolgono al  Presidente della Regione Calabria, al Prefetto di Cosenza,  al Sindaco della Città di Corigliano-Rossano, e al Ministro delle Pari Opportunità a proposito della pandemia. Nella nota viene messo in evidenza: “In questi due mesi  di coronavirus i Centri Antiviolenza, nei limiti imposti, sono rimasti aperti. Il nostro Centro ha ricevuto tante richieste di aiuto da parte di donne costrette a convivere con il loro persecutore. A ciascuna abbiamo cercato di dare il sostegno possibile e le informazioni utili per affrontare le loro difficili situazioni, anche al fine di evitare che degenerassero verso il peggio. Abbiamo ricevuto anche tante richieste di accoglienza in Casa Rifugio. Alcune donne, dopo litigi violenti con i loro partner sono andate vie da casa, ma senza avere qualcuno che le ospitasse. Alcune hanno passato giorni e notti per strada, qualcuna è ancora per strada.

Tra la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese il 24 marzo è stato siglato un accordo che invita “i Prefetti, con il coinvolgimento dei Sindaci e delle associazioni che operano sul territorio, ad individuare, o a confermare laddove già esistenti, nuove soluzioni alloggiative, anche temporanee, nelle quali offrire ospitalità alle donne vittime di violenza che per motivi sanitari non possono trovare accoglienza negli esistenti Centri Anti Violenza e nelle Case Rifugio”. Ciò al fine di attuare eventuali inserimenti in sicurezza e per tutelare le operatrici e le ospiti delle strutture da possibili contagi esterni. Precauzioni e misure che saranno ancora necessarie per i prossimi mesi.

Ma troppi sono gli ostacoli che incontriamo. A cominciare dalla disponibilità di alloggi di appoggio in attesa dei necessari accertamenti sanitari, mentre in Calabria le autorizzazioni per le nuove Case Rifugio sono bloccate ed i finanziamenti per i Centri Antiviolenza rimangono irrisori ed erogati con notevoli ritardi.

Non possiamo lasciare nessuna da sola. E’ ciò che ci siamo detti e che ci diciamo in questi giorni. A maggior ragione non possiamo lasciare donne vittime di violenza per strada o in condizioni ad alto rischio.

Il nostro è un allarme. Un SOS. E’ necessario che rapidamente si trovi una soluzione”.

 

 

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