Sisma, zone dello Jonio a rischio. L’appello di Tansi

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ALTO JONIO «I sindaci calabresi rinuncino ai concerti e alle feste di piazza e pensino a mettere in sicurezza le abitazioni ed in particolare gli edifici pubblici, perché un eventuale terremoto in Calabria provocherebbe un vero disastro». A lanciare questo accorato appello non è una Cassandra qualsiasi ma il Capo della Protezione Civile Regionale Carlo Tansi, secondo cui in Calabria, oltre a gran parte delle abitazioni private, sarebbero obsoleti e insicuri anche edifici pubblici tra cui ospedali e scuole. In realtà le immagini dei borghi antichi colpiti e rasi quasi al suolo dal sisma del Centro-Italia addolorano e preoccupano, così come dagli stessi filmati si percepisce la paura, la disperazione e il senso di vuoto e di impotenza causato dalle implacabili scosse del terremoto.
Ma, a ben vedere, l’orografia del territorio è molto simile a quella dell’Alto Jonio e la stessa tipologia delle costruzioni sbriciolate dal sisma è identica alle antiche e fragili abitazioni dei nostri piccoli comuni montani, addossate l’una all’altra, realizzate quasi tutte in muratura povera, spesso appesantite da sopraelevazioni azzardate, che non avrebbero la necessaria forza per resistere ad un sisma.
Eppure è risaputo che la Calabria è una regione “ballerina”, anzi, è la regione a più alto rischio sismico d’Italia nella quale, secondo il monitoraggio effettuato dalla Protezione Civile Regionale, ci sono 1.800 edifici pubblici non adeguati alle norme antisismiche e ben 261, su un totale di 409 Comuni, a fronte dei quattro livelli di pericolosità sismica, si trovano nelle zone sismiche di I° e di 2° grado. «La Calabria – ha aggiunto a questo proposito il prof. Carlo Tansi senza fare sconti a nessuno – non è assolutamente pronta ad affrontare un terremoto e la colpa non è del fato, ma della cultura dei calabresi i quali, capitalizzando le tragiche esperienze altrui, ma senza dimenticare i terremoti che hanno devastato nel passato la Calabria, (vedi Reggio Calabria/Messina) devono perciò capire che se continuano a costruire case abusive, e in Calabria ce ne sono 142mila, ovvero più di un quarto della popolazione, quelle 142mila finte-case crolleranno al primo sisma. Ed è inutile fare gli scongiuri». Sempre secondo il professor Tansi, i sindaci e gli uffici tecnici, da parte loro, oltre a sottovalutare troppo spesso il controllo sul rispetto delle norme antisismiche, non prestano la necessaria attenzione neanche ai Piani di Emergenza che si rivelano essenziali nei casi di calamità naturali e in particolare dei terremoti, tanto è vero che nessuno di essi è stato premiato nel Concorso Nazionale “Restare in piedi” dedicato ai comuni ad alto rischio sismico d’Italia.
(fonte: La Provincia di Cosenza)

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