Sinistra Italiana: Caos totale nella Regione Calabria, che è tra le sette regioni più a rischio

Lamezia Terme – Abbiamo appreso ieri mattina, dalle agenzie di stampa e dai social, che il Vice Presidente f.f. Spirlì era in procinto di emanare una nuova ordinanza che avrebbe chiuso in Calabria tutte le scuole e sospeso tutte le visite ambulatoriali non urgenti. Ieri sera pare sia cambiato tutto, forse ci si è resi conto che un provvedimento del genere era assolutamente ingiustificato per la situazione e i numeri attuali del contagio in regione.
La nuova stretta era inaspettata, data la reazione dello stesso esponente al Dpcm ultimo, che si riteneva troppo restrittivo. Ma quella, che era sembrata una contraddizione è da inquadrarsi da un lato nel caos che regna sovrano in Regione e dall’altro dal cambiamento degli umori di Salvini e Meloni, che sembrano oggi, dopo un lungo periodo di negazionismo e di tentativi di addossare tutte le responsabilità sul Governo centrale, persino disponibili ad una nuova chiusura totale.
Oltre al giudizio fortemente negativo sull’opera di sciacallaggio politico oramai palese da parte della Destra italiana, c’è da registrare che il governo regionale ha miseramente fallito in questi 10 mesi di esperienza in una fase difficile e delicata per la Calabria, che si trova, dopo i tanti messaggi di minimizzazione e negazione delle difficoltà, ad essere secondo i parametri oggettivi una delle sette regioni italiane a maggior rischio, considerati la popolazione, le strutture sanitarie, la mancanza di personale, il sistema dei trasporti eccetera.
Ma andiamo ai dati di un’assenza totale di intervento da parte della Giunta regionale in questi mesi:
1) La Regione rischia di perdere 500 milioni di fondi che non è riuscita a spendere, in una fase di problemi enormi, di emergenza e pandemia che stanno mettendo in ginocchio il sistema sanitario, la nostra economia e il tessuto sociale del nostro territorio;
2) Il Governo nazionale ha stanziato ben 86 milioni allo scopo di incrementare i posti nei nostri ospedali di terapia intensiva, partendo da una disponibilità pre-pandemia di 146 posti, allo scopo di crearne altri 134. Bene i posti sono aumentati di solo sei. E’ naturale chiedersi che fine hanno fatto posti e soldi?
3) La Regione continua a individuare e decidere le zone rosse, lasciando interi territori allo sbando, senza attenzione e progetti di screening sulle popolazioni, basti pensare alla situazione di Casali del Manco e Celico;
4) A differenza di altre regioni, non tutte attive a dir la verità, tant’è che su 300 milioni stanziati dal Governo per il sistema del trasporto pubblico locale ne sono stati spesi sono meno della metà alla data odierna, la Calabria ha speso zero, senza l’acquisto di un solo autobus (anche qui solo per fare un esempio l’Abruzzo ne ha acquistati 60, parliamo di una Regione più piccola e meno popolata della nostra).
Insomma, inefficienza, incapacità, incompetenza, tentativi mal celati di scaricare, secondo una consolidata linea politica becera delle peggiori destre, le responsabilità su altri, in questo caso sul Governo nazionale per nascondere le proprie, quelle dei rappresentanti delle regioni dove il fallimento delle politiche di privatizzare i beni comuni, a partire da quello della salute, ha prodotto danni irreparabili e un dramma nazionale di proporzioni inaudite.
E questo tentativo è ancora più palese in una regione nella quale si è aperta una lunga e dura campagna elettorale.
Ad esempio nel settore della Forestazione, nel quale a quasi un anno dalla firma del Contratto Integrativo regionale, lo stesso non è ancora stato recepito dalla Regione, tentando di far passare la teoria della mancanza di fondi, dovuti al taglio nazionale per la diminuzione di spesa relativa ai pensionamenti di questi ultimi anni.
A tal proposito, alla denuncia circostanziata e piena di elementi significativi del Commissario di Calabria Verde Mariggiò, che smentisce tale teoria, anzi denuncia un tentativo clientelare di spendere le risorse (che vi sarebbero) su nuove assunzioni di precari, probabilmente operazione saltata per la prematura e improvvisa scomparsa della Presidente Sandelli.
A queste accuse l’Assessore alla Forestazione risponde genericamente e non nel merito.
Bisogna aggiungere che vi sono ulteriori risorse derivanti dai pensionamenti 2019 e 2020 e da un utilizzo al massimo della previsione di legge della Cassa Integrazione.
Fermo restante che Sinistra Italiana è pronta a qualsiasi battaglia per recuperare i 40 milioni tagliati alla Forestazione sulla base di conti certi e di progetti di interventi produttivi dei 6000 lavoratori idraulico forestali calabresi.
Sinistra Italiana sostiene la lotta dei lavoratori e dei sindacati che intanto hanno sulla questione del contratto proclamato lo stato di agitazione.

La dimostrazione è di chiara volontà di tirare a campare, a mettere in campo qualche operazione clientelare ed a fini elettorali per tentare di riconquistare il governo della Regione. Ma il giudizio della stragrande maggioranza della popolazione calabrese dopo questi mesi di abbandono totale è di bocciatura dell’esperienza di centrodestra alla guida della Regione.
Sinistra Italiana, anche per evitare gli errori del passato prossimo che hanno spianato la strada alla vittoria di uno dei peggiori governi della Calabria, fa appello a tutte le forze progressiste per un confronto di merito sui bisogni del territorio e dei calabresi, su una proposta innovativa e pienamente di discontinuità col passato, utilizzando le energie migliori, le conoscenze, le capacità, le esperienze per dare finalmente alla nostra regione un governo di cambiamento (Comunicato stampa).

SINISTRA ITALIANA
Coordinamento Regionale della Calabria

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