I Sindaci alzano gli scudi: no allo scaricabarile sul dissesto idrogeologico

Troppo facile scaricare sui sindaci le responsabilità per i disastri ambientali che si verificano con frequenza in Calabria: è tempo che la politica ed in particolare la Protezione Civile faccia la sua parte con un piano integrato che affronti in modo radicale il rischio idro-geologico. La pensano così, in risposta al direttore regionale della Protezione Civile dr. Carlo Tansi che ha messo sul banco degli imputati gli amministratori locali, i sindaci dell’Alto Jonio, un territorio che, per il suo particolare assetto geo-morfologico “a pettine”, è notoriamente esposto al rischio di calamità naturali. Per conto dei sindaci del Comprensorio hanno preso posizione nei giorni scorsi il sindaco di Rocca Imperiale Giuseppe Ranù e l’ex sindaco di Villapiana Luigi Bria. Il primo ha rivendicato il merito per il Comune di Rocca di aver fatto appieno la propria parte adoperandosi per la pulizia e la messa in sicurezza dei torrenti ed ha già provveduto ad acquistare mezzi propri (un escavatore e un trattore) da utilizzare nei casi emergenza-alluvioni. «Sento perciò il dovere, – ha dichiarato l’avv. Ranù – di richiamare con forza alla responsabilità gli organi di governo perché è troppo facile mettere sotto accusa i sindaci che sono sempre soli e senza risorse». E’ tempo invece, secondo l’vv. Ranù che ha comunque riconosciuto il merito al presidente Oliverio di aver disposto interventi nel torrente Canna che avrebbero evitato esondazioni e salvato vite umane. «Ma quest’anno – ha aggiunto il sindaco di Rocca – la situazione è peggiorata! Si intervenga presto e subito sugli altri nei torrenti se si vogliono evitare disastri come quello di Corigliano-Rossano». Ancora più dura la posizione dell’ex sindaco di Villapiana Lugi Bria il quale, sposando in pieno la reprimenda del prof. Vincenzo Falcone dell’Università “Magna Grecia”, la respinto al mittente le accuse ai sindaci da parte del prof. Tansi. «E’ vero – ha scritto il prof. Falcone – che i sindaci sono i responsabili della Protezione Civile a livello locale, che ben 266 su 409 comuni della Calabria non hanno ancora approntato i piani di emergenza e che la maggior parte delle nostre fiumare sono zeppe di detriti e senza argini, ma è altrettanto vero che la Regione ha il dovere di destinare sufficienti risorse per aiutare i Comuni a svolgere questo importante compito della “pulizia dei fiumi”… Cominciate perciò voi – ha concluso il prof. Falcone – ad elaborare un vero progetto strategico. Di diagnosi sul rischio idrogeologico sono pieni i Supermercati e noi calabresi non abbiamo bisogno di continui allarmi a cui siamo già abituati. Abbiamo invece bisogno di terapie, se necessario anche intensive, perché lo “scaricabarile” non ha mai giovato a nessuno e noi non siamo così imbecilli da farci convincere dai grilli parlanti».

(fonte La Provincia di Cosenza)

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