Siinardi: i conti di Rossano meglio di quelli di Corigliano

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Ho letto con molta perplessità le singolari dichiarazioni del Sindaco di Corigliano relativamente alla richiesta di verificare la compatibilità dei conti di Rossano con quelli di Corigliano in relazione al già intrapreso iter della “fusione”. Per un semplice motivo: i “numeri” di Rossano non sono certo peggio di quelli di Corigliano, tutt’altro. I dati di bilancio di Rossano, con circa 37 mila residenti, possono essere sovrapposti tranquillamente a quelli della Città di Corigliano la quale ha una popolazione di poco superiore alle 40 mila unità.

Ebbene, le informazioni essenziali dalle quali partirei riguardano le posizioni debitorie di entrambi i Comuni. Per quanto riguarda i debiti verso le istituzioni finanziarie, i bilanci delle due Città evidenziano un dato del tutto simile. Ammonterebbe a circa 37 milioni di euro per entrambi, infatti, il complesso dei mutui, prestiti ed anticipazioni di liquidità da restituire al sistema bancario. Se, invece, consideriamo il saldo della gestione residui (crediti da riscuotere-impegni da pagare) Corigliano evidenzierebbe un risultato positivo per circa 12 milioni di euro contro i ben 30 milioni di Rossano. Corigliano, inoltre, nell’ultimo consuntivo 2016, seppure abbia evidenziato un risultato d’amministrazione positivo, e pari a circa ai 12 milioni di cui sopra, ha registrato (in virtù dei fondi accantonati e vincolati) un ammontare “disponibile” negativo per oltre -4,6 milioni, che dovrà essere obbligatoriamente ripianato come da legislazione vigente. Il Comune di Rossano, invece, e sempre in base alle risultanze del consuntivo 2016, ha conseguito un risultato d’amministrazione di 20,2 milioni (8,2 milioni in più di Corigliano) e, nonostante la presenza di parti accantonate e vincolate di entità rilevante, è riuscita comunque a registrare un ammontare “disponibile” positivo e pari a circa 278 mila euro.

Un ulteriore dato che dimostrerebbe uno “stato di salute” relativamente superiore da parte di Rossano è sicuramente testimoniato dal dato relativo alla tempestività dei pagamenti. Gli ultimi dati di Rossano, in tal senso, sono molto confortanti: l’Amministrazione Mascaro, infatti, paga i fornitori a 56 giorni (dato 2016) mentre a Corigliano, i fornitori, vengono pagati a 115 giorni (dato 2016) saliti a ben 150 giorni relativamente al secondo trimestre 2017. Tradotto significa che i fornitori del Comune di Corigliano, per essere pagati, aspettano quasi il triplo del tempo che a Rossano. Le gravissime difficoltà a fare “cassa” dell’Amministrazione Geraci sono testimoniate non solo e non tanto dai lunghissimi tempi di pagamento delle fatture ma anche, e soprattutto, dalle conclamate difficoltà a finalizzare l’azione di accertamento con la relativa riscossione, criticità certificate, anno dopo anno, da due diversi Collegi dei Revisori dei Conti succedutisi a Corigliano nel corso della consiliatura Geraci, oltre che dalla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti. Senza contare come, solo nello scorso 27 aprile, quindi appena 4 mesi fa, le casse comunali Coriglianesi siano rimaste letteralmente “a secco”, proprio a causa della mancanza di una efficace programmazione nella riscossione dei tributi, “costringendo” l’Amministrazione Geraci ad anticipare l’invio delle “bollette” della Tari rispetto all’anno precedente. Riscossione, invece, che a Rossano, con l’Amministrazione Mascaro, raggiunge valori decisamente superiori che a Corigliano con l’Amministrazione Geraci. Difatti, se consideriamo il totale degli incassi, al netto di fondo cassa, prestiti, anticipazioni di liquidità, entrate conto terzi e partite di giro, il Comune di Rossano, come da consuntivo ufficiale 2016, ha incassato oltre 33,1 milioni di euro contro i 29,6 di Corigliano, ovvero 3,5 milioni di euro in più e nonostante 3’000 abitanti in meno. Se depuriamo ulteriormente tale dato considerando solo il Titolo I delle entrate (principale finanziatore delle spese correnti, composto da imposte, tasse e proventi assimilati), ed al netto dei fondi perequativi ricevuti dallo Stato, noteremo come il Comune di Rossano, tra residui e competenza, abbia riscosso nel 2016 oltre 16,7 milioni di euro contro i soli 14,8 milioni di Corigliano, quindi 1,9 milioni in più di Palazzo Garopoli e sempre con i soliti 3’000 abitanti in meno. Il dato sugli incassi testimonia ulteriormente le difficoltà riscossive di Corigliano soprattutto per quanto riguarda le entrate extratributarie, addirittura la metà di quelle di Rossano.

Per quanto riguarda le spese correnti, invece, entrambi i comuni hanno impegnato circa 25 milioni a testa nel corso del 2016. Il dato però, a mio avviso, è da leggersi a favore di Rossano atteso come il costo dei dipendenti nella Città del Codex è di circa 9,2 milioni contro i “soli” 6,5 di Corigliano. Dunque, la Città di Rossano, nonostante la presenza di un costo del personale decisamente più elevato rispetto a quella di Corigliano, è riuscita a mantenere lo stesso livello di spesa corrente di quest’ultima senza sacrificare l’erogazione dei servizi essenziali o, almeno, non più di quanto fatto in tal senso a Corigliano. Capitolo debiti fuori bilancio (obbligazioni assunte in violazione delle norme giuscontabili): a Palazzo Garopoli nell’ultimo anno, e sempre secondo i dati reperibili sull’Albo Pretorio, sono stati “riconosciuti” debiti fuori bilancio per oltre 2 milioni e 250 mila euro contro, a quanto mi è dato sapere, i soli 333 mila di Rossano. Per concludere, l’Amministrazione Mascaro ha chiuso l’anno 2016 con un lusinghiero avanzo di competenza di oltre 4,3 milioni di euro, a differenza dell’Amministrazione Geraci la quale ha chiuso il 2016 con un avanzo di soli 1,3 milioni. Con ciò non si vuole di certo affermare che i numeri di Rossano siano “eccellenti”, tutt’altro. Entrambi i Comuni hanno sofferto e continuano a soffrire di importanti criticità finanziarie di carattere strutturale ma, almeno in base ai numeri dei bilanci consuntivi ufficiali ed a tutti i rilievi mossi al Comune di Corigliano dalla Corte dei Conti, dall’Ispettorato del MEF e dal Collegio dei Revisori dei Conti, l’Amministrazione Mascaro sembrerebbe stare sicuramente “meno peggio” dell’Amministrazione Geraci.

Se mi è concesso, sarebbe quanto meno opportuno che l’Amministrazione Mascaro provveda a dimostrare reciprocamente a Palazzo Garopoli le stesse “affettuosità” economico-finanziarie sulle quali l’Amministrazione Geraci sembrerebbe essersi morbosamente fossilizzata ultimamente nell’ambito di un processo di fusione il quale, in primis, rappresenta un progetto con connotati squisitamente politici prim’ancora che economici.

In ogni caso, “suggerirei” all’Amministrazione Rossanese di visionare copia della seguente documentazione del tutto indicativa, a mio modestissimo avviso, delle condizioni finanziarie di Palazzo Garopoli:

1) Deliberazione n. 12/2014 emanata dalla Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo, all’interno della quale sono stati mossi rilievi gravissimi all’Amministrazione Coriglianese indicando nella stessa, al contempo, i necessari correttivi da intraprendere e tesi alla risoluzione definitiva delle medesime criticità, tra i quali: incremento nella riscossione delle entrate, riduzione dell’evasione tributario-tariffaria, taglio della spesa corrente, miglioramento del processo di pagamento delle spese, monitoraggio del contenzioso, limitazione dell’indebitamento, eliminazione dei debiti fuori bilancio, eccetera eccetera eccetera. Il tutto con la specifica raccomandazione di notiziare in merito alla realizzazione di tali prescrizioni la stessa Corte. Suppongo l’Amministrazione Coriglianese non farà alcuna fatica a produrre all’Amministrazione Mascaro tutta la eventuale documentazione “prontamente comunicata” alla Sezione Regionale di Controllo, e relativa all’assolvimento di “tutti gli evidenziati adempimenti richiesti”.

2) Copia della “verifica amministrativo-contabile al Comune di Corigliano” effettuata dall’Ispettorato del Ministero dell’Economia e delle Finanze ed evidenziante “gravi violazioni delle norme riguardanti la contrattazione collettiva decentrata” con la quale si sollecitava l’Amministrazione Coriglianese al recupero di oltre 460 mila euro “indebitamente” corrisposti ai dipendenti comunali.

3) Copia delle relazioni ai conti consuntivi 2013, 2014, 2015 e 2016 redatte dai Collegi dei Revisori dei Conti, succedutisi nel corso della consiliatura Geraci, all’interno delle quali è stata cristallizzata, anno dopo anno, e tra numerose altre cose, “la manifesta e perdurante difficoltà dell’Ente di incidere in maniera efficace e significativa… sulla riscossione dei tributi”.

4) Copia della comunicazione di protocollo n. 0021672 del 27 aprile scorso inviata dal Responsabile del Settore Finanziario del Comune di Corigliano all’Amministrazione Geraci, con all’oggetto la “situazione finanziaria” dell’Ente, all’interno della quale veniva palesata l’impossibilità al rilascio di qualsiasi “visto contabile relativo ad impegni di spesa in quanto gli eventuali programmi di pagamento… non sono compatibili con l’attuale situazione di cassa.” E ancora, “si devono sospendere anche i pagamenti relativi alle liquidazioni giacenti… fino ai nuovi incassi delle entrate comunali.” E continuando, “ciò è dovuto sostanzialmente al mancato invio degli avvisi di pagamento per il servizio idrico e per la Tari, già segnalato precedentemente al Responsabile dei Tributi, ed alla bassa percentuale di riscossione del servizio idrico per il 2015.” Tradotto? Appena 4 mesi orsono il Comune di Corigliano era rimasto completamente “al verde”, tanto da sospendere impegni e pagamenti, ed il tutto a causa di un’inefficace programmazione delle entrate ed un’altrettanto scarsa fase di riscossione.

5) Estratto conto della Tesoreria Comunale Carime aggiornata alla data del 27 aprile 2017.

 

Non si può, e concludo, non puntualizzare come la Città di Corigliano Calabro, amministrata da Geraci, già consigliere comunale nella precedente Giunta Straface, sia stata recentemente “attenzionata” da una nuova Commissione d’accesso agli atti inviata dal Sig. Prefetto di Cosenza, S.E. Dott. Tomao, nell’ambito di un procedimento il quale potrebbe eventualmente sfociare, nella peggiore delle ipotesi, in un nuovo scioglimento del Consiglio Comunale Coriglianese per infiltrazioni mafiose. E sarebbe, eventualmente e nel peggiore dei casi, il secondo consecutivo. Quello che la Commissione d’accesso abbia o non abbia trovato tra le mura di Palazzo Garopoli, allo stato attuale, non è ancora dato sapersi. Quello che al momento è certo, però, è che il Sig. Prefetto di Cosenza, nello scorso 7 marzo, ha evidentemente ritenuto opportuno di dovere inviare una nuova Commissione a Corigliano.

Premesso tutto ciò, ed attese le varie “comunicazioni” di Corte dei Conti, Ispettorato del MEF, Revisori dei Conti e Prefettura non si riesce davvero a comprendere, dunque, ed in nessun modo, a cosa si riferisca in particolare il Sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci quando definisce la sua amministrazione quale, niente di meno che, “virtuosa” o, addirittura, come nell’ultimo comunicato stampa “un esempio da imitare”. Giuseppe Geraci è libero di compilare, a spese dell’intera Comunità Coriglianese, tutti i comunicati stampa che vuole sentendosi altrettanto in dovere di “dipingere” Corigliano alla stregua della migliore delle città ideali, manco fosse Ginevra. La realtà dei fatti, però, quella testimoniata da copiosa documentazione ufficiale, è che la Corte dei Conti, l’Ispettorato del Mef, il Collegio dei Revisori dei Conti e la Prefettura di Cosenza, durante il corso della consiliatura Geraci, sembrano avere “pennellato” la tela dello status quo del Palazzo Garopoli amministrato da Geraci con toni decisamente più grigi e cupi di quelli “rosa” di Picassiana memoria rappresentati dal Sindaco di Corigliano e che solo lui e i pochi ultimi, sparuti, fedelissimi che gli sono ancora rimasti accanto riescono a scorgere.

Il Sindaco di Corigliano la smetta di utilizzare argomenti vacui e pretestuosi da addurre quali concause per un “ripensamento” last minute sull’iter della fusione. Le intere comunità Coriglianesi e Rossanesi, nonché l’Amministrazione Mascaro, meritano chiarezza. Personalmente, sono sempre stato contrario alla fusione dei due enti e fin dalla prima ora, soprattutto in assenza di una seria programmazione preventiva. Corigliano soffre di così tali e tanti problemi i quali, in seguito ad una fusione messa in campo così frettolosamente, non potranno fare altro che incancrenirsi definitivamente. Piuttosto Geraci reciti il mea culpa, ammetta di essere stato da sempre contrario a qualsiasi progetto di fusione (votato in Consiglio Comunale solo per fare contento qualche Consigliere che ama tenere due piedi in otto scarpe) e revochi senza indugio alcuno l’atto di impulso nel prossimo Consiglio Comunale del 15 settembre, senza se e senza ma, rimandando eventualmente la decisione a data da destinarsi ed in presenza di un vero e proprio “programma di fusione” oppure provveda finalmente a dimettersi sollevando l’intera Città di Corigliano da una situazione la quale, oramai, definire imbarazzante è davvero un eufemismo.

Dott. Enzo Claudio Gaspare SIINARDI

(comunicato stampa)

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