Sicurezza e fusione, corteo a Rossano

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E’ dura in riva allo jonio mobilitare le masse. Le lancette reattive è come se si fossero fermate, eppure di ragioni per insorgere ve ne sono a iosa, a partire dalla storica ingiustificata chiusura del tribunale di Rossano. E il con i palazzo di giustizia, la sanità, la statale 106, trenitalia, e tutte le politiche disincentivanti destinare alle “periferie”. Perché lo jonio cosentino è considerato tale. Al di là di qualche sporadica iniziativa di protesta nulla si muove, né l’atteggiamento culturale delle pubbliche amministrazioni sostengono, se non attraverso qualche comunicato stampa, le iniziative di protesta o di sensibilizzazione poste in essere da movimenti o gruppi. Come nel caso della fusione dei due comuni di Corigliano e di Rossano, la cui azione di sensibilizzazione è demandata all’associazionismo non sostenuto finanziariamente. O la protesta prevista a Roma contro la chiusura del tribunale di Rossano (18 maggio), fatta eccezion per qualche singola disponabilità, domina la paralisi Questi comportamenti di lassismo istituzionale implicitamente provocano un danno alle proteste in campo poiché l’immobilismo delle pubbliche amministrazioni e anche del sindacato conferenza si traducono come un tentativo di delegittimazione delle manifestazioni contro lo Stato. Intanto, la macchina organizzativa del sindacato di polizia Les è pronta ad accogliere i numerosi studenti, associazioni, categorie professionali, imprenditori e sindaci che hanno deciso di aderire ad uno dei più importanti appuntamenti sulla sicurezza che la Calabria abbia ospitato negli ultimi anni.“Come sindacato di Polizia abbiamo ritenuto necessario affiancare e sostenere i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rossano- si afferma in una nota- abbandonato dalle istituzioni e oggetto di pesantissimi tagli che hanno ridotto il personale di circa il 50% a fronte di un territorio martoriato dalla criminalità”. L’importante iniziativa è stata programmata per questa mattina alle ore 9.30 in Piazza Bernardino Le Fosse a Rossano. Alle 10.30 il corteo si muoverà per le vie della città per poi far ritorno in Piazza dove seguirà il comizio “durante il quale saranno esposti i motivi di questa battaglia ormai non più prorogabile. Due gli obiettivi: promuovere l’elevazione del Commissariato a Distretto e la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano oggetto del referendum del prossimo 22 Ottobre”. Si tratta di un altro segnale d’allarme di cui la politica poco si preoccupa. Nei giorni scorsi il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno si è preoccupato di Rossano e del posizionamento dei suoi uomini all’interno della giunta, ma non proferisce verbo sulle condizioni in cui è ridotta la città. Né si può pensare che se il sindaco Mascaro inserisse una figura filo-Magorno potrebbe giungere alla soluzione dei problemi. Si perde tempo insomma su questioni di piccolo cabotaggio, per il posticino in giunta minacciando persino crisi di governo perdendo di vista l’esigenza di battersi a favore delle reali esigenze di una città che crolla a pezzi. Non si è ancora capita l’importanza della chiusura del tribunale di Rossano i cui effetti si sentiranno nei prossimi anni, anche se già il bilancio delle “vittime” è già piuttosto alto, altro che “riforma epocale”. E’ sparita la “ex circoscrizione” del tribunale di Rossano. E dal 2012 città come Rossano e Corigliano nei ministeri, nei dipartimenti, nei luoghi di Stato sono paragonati a piccoli comuni dell’entroterra in quanto giuridicamente fanno capo a Castrovillari. E’ di questo che dovrebbero occuparsi le deputazioni parlamentari di centrodestra e di centrosinistra, anziché perdere tempo a racimolare voti per le primarie e per accaparrarsi qualche posticino nelle giunte comunali.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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