Sibaritide, Roseto Capo Spulico: è accusato di esercizio abusivo della professione, rinviato a giudizio

provenza

Dovrà rispondere di esercizio abusivo della professione, truffa, falsità ideologica e tentativo di estorsione. Si tratta di un 53enne di Matera, che avrebbe finanche un secondo studio indicato nel Comune di Roseto Capo Spulico. L’uomo dovrà comparire davanti al tribunale di Castrovillari in composizione monocratica il 18 maggio 2021. Tutto ha inizio da una denuncia-querela depositata nel 2015 da un manager aziendale, rappresentato dall’avvocato Ezio Provaroni (Ordine forense di Bari), operante nel settore dell’energia rinnovabile il quale scopriva della mancanza dei titoli abilitativi mediante un’attività di controllo presso il Politecnico di Torino, da cui emergeva che l’imputato non ha mai conseguito il diploma di laurea in ingegneria meccanica con indirizzo termotecnico ambientale. Tesi successivamente confermata dall’atto di revoca dall’Albo degli ingegneri di Cosenza (acquisito il provvedimento di annullamento all’abilitazione) a cui l’uomo si era iscritto, a parere delle tesi accusatorie, autocertificando ed attestando il falso.

L’imputato esercitava ruoli dirigenziali

Le indagini sono state portate a termine dall’allora procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla e dal sostituto Valentina Draetta, i quali avanzarono la richiesta di rinvio a giudizio. L’uomo ha esercitato ruoli importanti in enti pubblici e privati, nel caso di specie ha svolto l’incarico di dirigente responsabile della gestione e dei progetti industriali del settore energia.  La parte offesa espone i rischi e i danni a cui l’azienda può andare incontro rispetto a progettazioni e autorizzazioni da ripresentare. Dall’altra, tuttavia, l’imputato ha intentato un procedimento civile in cui vanta compensi professionali per attività svolta per conto dell’impresa per circa 23milioni di euro complessivi quale corrispettivo di una pratica di autorizzazione e di progettazione di una centrale termoelettrica da 38 mw a Pisticci. Nasce anche qui un contenzioso tra le parti tra decreti ingiuntivi ed opposizioni in via di definizione che camminano parallelamente al percorso penale.

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