Sibaritide: rifiuti per strada, da questa mattina cancelli chiusi a Bucita

Tornano i disagi, lunghi incolonnamenti per strada dei mezzi. Sullo sfondo i mancati pagamenti dell’Ato alla società che gestisce l’impianto

Bucita (Area urbana Rossano)

Nuovi disagi a partire da questa mattina nella raccolta dei rifiuti nella Sibaritide. La società Ekrò che ha in gestione l’impianto pubblico di Bucita ha di nuovo chiuso i cancelli impedendo ai mezzi il conferimento. Sullo sfondo il mancato versamento dei pagamenti dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) alla società. Una situazione che si ripete nel tempo e che non trova una soluzione strutturale. La società vanta crediti per oltre 1 milione e 100mila euro (gennaio-maggio 2021) ed aveva inviato una nota di diffida il 20 settembre scorso all’Ato (e per conoscenza al Prefetto, alla Regione, all’Aro-Sibaritide, ai comuni) al fine di ottemperare ai debiti maturati entro e non oltre il 22 settembre. Diffida caduta nel vuoto e l’azienda ha proceduto. Tra i costi sostenuti dalla società: la rendicontazione del servizio dei conferimenti degli scarti di lavorazione dell’impianto fuori regione e la manutenzione ordinaria. L’azienda inoltre chiede una «più corretta modalità di conferimento dei rifiuti presso l’impianto». Nella stessa nota di diffida la Ekrò non solo preannunziava ricorsa al Tar per vedersi riconosciuti i crediti vantati ma anche la restituzione in «custodia» dell’impiantistica.

Alcuni sindaci premono per l’introduzione di premialità

Ed ora i cittadini torneranno ad assistere ai cumuli di rifiuti per strada. Il blocco riguarda sia l’umido sia i rifiuti solidi urbani. Ci sono comuni che sono in regola, altri invece che non versano le quote. La questione è stata dibattuta a più riprese da alcuni sindaci nel corso di incontri e riunioni assembleari ma non fa presa. Ci sono amministratori che propongono l’introduzione di premialità: chi paga e chi mantiene percentuali alte di raccolta differenziata deve avere la priorità nei conferimenti negli impianti. Una politica meritocratica che però non trova attuazione né terreno fertile nei vertici Ato. Altro rilievo non meno importante è la riorganizzazione burocratica dell’Ato che non ha una sua struttura autonoma nella gestione dei fondi e si appoggia al Comune di Cosenza come comune capofila determinando non pochi disagi e anche rischi se è vero come vero che in passato, in occasione del dissesto del Comune di Cosenza, vennero bloccate le somme accantonate riferite all’Ato.

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