Sibaritide, Covid: dati preoccupanti, Rizzo (Ds): «Dovere morale vaccinarsi»

La contabilità dei contagi Covid torna a gonfiarsi e lo spettro della quarta ondata è dietro l’angolo. I dati ultimi nella Sibaritide preoccupano, così come l’aggressività evolutiva del virus che in alcuni casi non ha lasciato scampo alle vittime.

Martino Rizzo – Direttore sanitario Asp di Cosenza

Nelle ultime ore il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo, dalla sua pagina social ha riportato alcuni dati delle ultime ore che confermano il trend in crescita nell’area jonica cosentina. Casi accertati nelle ultime 48 ore 36, spalmati tra Cariati, Cassano, Crosia, Corigliano-Rossano, Trebisacce, Francavilla e Montegiordano. Nell’ultima settimana in tutta la provincia di Cosenza sono stati riscontrati 308 nuovi contagiati, di cui 292 sono al domicilio, 15 sono ricoverati (3 in terapia intensiva), e un decesso.  Nella settimana 126 casi riguardano lo Ionio, 120 a domicilio e 6 ricoverati, di cui 2 in terapia intensiva. Il direttore Rizzo conferma la specifica aggressività del virus:«L’argine della vaccinazione lo ha rallentato fino ad ora, commenta,  ma adesso ha ripreso a circolare soprattutto nei non vaccinati, che stanno finendo in ospedale. Ma non risparmia i vaccinati che, anche se meno facilmente rispetto ai non vaccinati, si possono infettare».  L’alto dirigente, in un clima conflittuale tra pro e no vax, analizza i fatti dal suo punto di vista: «La situazione sta evolvendo in senso negativo, anche in Italia, anche da noi. Aumentano i casi, aumentano i ricoveri, aumentano i soggetti in terapia intensiva.  È vero, sono quasi tutti non vaccinati, o vaccinati con una sola dose, ma il pericolo resta per tutti, con possibili gravi conseguenze per i soggetti vulnerabili, immunodepressi e anziani, nonostante siano vaccinati. Perché la risposta dell’organismo al vaccino è diversa per i soggetti sani, che se si ammalano al massimo hanno una forma di covid lieve, qualche decimo di febbre, tosse e un po’ di bruciore di gola, astenia. Non è così per i soggetti fragili o anziani con co-morbilità , che rischiano la vita se infettati».

Il monito e l’invito a vaccinarsi

Da qui l’invito a vaccinarsi che, secondo Rizzo, è «un dovere morale, altro che green-pass. E chi non si vaccina non mette in pericolo solo se stesso, ma mette in pericolo anche gli altri, e questa è la cosa meno accettabile.Parliamo di rispetto della libertà: la libertà di farci richiudere di nuovo e di aggravare una situazione che sta diventando veramente problematica. Perciò, per gli ultraottantenni, i soggetti fragili ed il personale particolarmente esposto (sanitari), se sono passati 6 mesi dalla seconda dose, poiché si è visto che la risposta anticorpale non sempre è così intensa, e comunque tende a scendere e a ridursi col tempo, è opportuna una dose aggiuntiva ( 3^ dose), che può essere fatta nei centri vaccinali anti-covid. Resta comunque attuale la raccomandazione del distanziamento, la mascherina ed il lavaggio delle mani».

 

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