Scuole chiuse. Giovanni Antoniotti (Cambiamo): Ma non si doveva riaprire in sicurezza?

Il coordinatore provinciale di Cambiamo, Giovanni Antoniotti, rilancia sulla scuola: E’ quantomeno paradossale il ‘’giro di valzer’’ sull’apertura o meno delle scuole, assicurata dal governo per il 7 gennaio, evidentemente anche sul nostro territorio, mentre due giorni prima arriva l’ordinanza regionale di ‘’stop’’, peraltro respinta dal Tar, e qualche giorno dopo quella del Sindaco di Corigliano Rossano, peraltro ‘’contestata’’ da un suo consigliere di maggioranza. È quanto afferma il coordinatore provinciale di “Cambiamo!”, i due fattori sui quali si discute da luglio scorso, a livello nazionale e locale, sono il ‘’sovraffollamento’’ dentro le scuole e quello nel trasporto pubblico. Nella sentenza del Tar che respinge l’ordinanza del presidente f.f., Spirlì, si fa riferimento alle ‘’problematiche’’ connesse con il trasporto pubblico che avrebbero meritato ‘’un impegno amministrativo diligente ed efficace’’ per la loro soluzione. Eppure sia le risorse sia gli impegni, in direzione dei due ‘’fattori’’ richiamati, sono ‘’nero su bianco’’, a partire dall’agosto scorso.

Giovanni Antoniotti

’Le risorse non mancano per dare la possibilità ai dirigenti degli istituti superiori di aprire in sicurezza e garantire la ripresa delle attività scolastiche’’, assicura il presidente della Provincia, Iacucci il 5 agosto del 2020, durante una riunione con il Prefetto di Cosenza ed i sindacati della scuola, dove si fa anche il ‘’bilancio’’ delle risorse messe a disposizione dal governo e anche dalla Provincia, per eliminare ogni rischio di ‘’assembramento’’ nelle aule scolastiche. Lo stesso Iacucci sottolinea, però, che non ‘’bisogna tralasciare il problema dei trasporti considerato che nel giro di due anni si è passati da un piano da 21 milioni di km a 14 milioni di km’’. Il 23 dicembre scorso arriva un ‘’documento operativo’’, messo a punto dal Prefetto di Cosenza, dopo interlocuzioni con amministratori locali, la regione e imprese concessionarie del trasporto pubblico, per definire il rientro in presenza nelle scuole. Nel corso della riunione – si afferma in un comunicato – ‘’e’ stato verificato, mediante una ricognizione effettuata dai Consorzi e dalle ditte di traporto pubblico locale, la capacità di garantire la possibilità di trasportare il 75% dei pendolari presso gli istituti scolastici, fermo restando il limite di carico pari al 50% della capienza dei singoli mezzi in dotazione. Di qui – si aggiunge – la decisione di attivare corse aggiuntive, quanto meno sulle tratte maggiormente utilizzate dalla popolazione studentesca. Inoltre, d’intesa con l’Amministrazione Regionale e con l’Ufficio Scolastico Regionale e con quello provinciale – conclude il comunicato – è stato deciso di prevedere corse supplementari con uno sfasamento temporale, rispetto a quelle già previste nel piano regionale dei trasporti, di circa due ore ‘’. Dunque una risposta, seppur non totalmente esaustiva, alle ‘’problematiche’’ connesse con il traporto pubblico, e’ stata data. E le risorse? Anche queste ‘’nero su bianco’’. Il decreto agosto prevede un’iniezione di risorse per il’’ Fondo per il trasporto pubblico locale (Tpl) pari a 400 milioni di euro per il 2020. Inoltre, sempre il decreto Agosto consente ai Comuni di utilizzare le risorse del Fondo per l’esercizio delle funzioni degli enti locali, nonché di quelle già attribuite dal decreto del Ministero dell’interno del 24 luglio 2020 nel limite complessivo di 150 milioni, per il finanziamento di servizi di trasporto scolastico aggiuntivi. Ciascun comune avrebbe potuto destinare nel 2020 per il trasporto scolastico risorse aggiuntive fino al 30% della spesa sostenuta per le medesime finalità nel 2019. Ed ancora nel bilancio dello Stato 2021, a parte l’incremento di 1 milione di euro per ciascun degli anni 2021, 2022, e 2023, per gli interventi urgenti a valere sul ‘’Fondo unico’’ per l’edilizia scolastica, si istituisce un Fondo con una dotazione di 150 milioni di euro per il 2021, l’erogazione dei servizi di trasporto scolastico nei comuni in conformità alle misure di contenimento della diffusione del Covid. Una domanda sorge spontanea: è possibile, in considerazione dei dati enunciati, avere, in trasparenza, un quadro della situazione relativa ai due ‘’fattori’ individuati come le ‘’cause prime’’ della possibilità o meno di aprire le scuole, al di là del livello dei contagi? E magari che ciò sia fatto, anche con un ‘’intervento social” , da chi, eletto al governo del territorio, si trincera dietro le ‘’ordinanze’’? Lo si deve ai tanti, tantissimi ragazzi e ragazze che rivendicano un loro diritto costituzionalmente garantito (Comunicato stampa).

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: