Schiavonea. Movimento per l’autonomia: L’Amministrazione comunale esca dal torpore

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Si sa che la gente di mare ha pazienza. È abituata a sostare con lo sguardo fisso sul mare profondo. È capace di aspettare giorni migliori in attesa che passi la tempesta. Ma anche la pazienza ha un limite. Da persone che conoscono l’arte del vivere aspettando, abbiamo dato tempo a chi di dovere, di prendere atto di quella che è la situazione della nostra frazione marinara, che si trova a vivere tra disagi, pericoli e degrado. Basta un po’ più di maltempo, per restare completamente tagliati fuori dal mondo. Strade impraticabili, tombini che esplodono. Immaginate una persona che si sentisse male, in una situazione del genere non riuscirebbe neppure ad essere soccorsa. Eppure non abbiamo assistito ad un evento straordinario. Era un comune maltempo. E non siamo neppure l’unica frazione marinara del mondo! Eppure solo qui si assiste a questi stati di emergenza fuori dalla comune sopportazione umana e non è lecito neppure fare domande, perché chi dovrebbe dare risposte continua a tacere. Ad esempio, sulle famigerate pompe idrovore che si trovano sul lungomare, vorremmo sapere se vengono tenute in funzione o si attende che si allaghi il lungomare per poi mandare qualcuno a tentare di accenderle, guadando il fiume in piena? Oppure su quel ridicolo e vergognoso waterfront, con le sue inutili dune, che deturpano ancor di più uno scenario già da campo di battaglia, ormai ridotto ad un oltraggio al decoro di qualsiasi posto che voglia definirsi civile. E ancora, sulle strade disastrate, le fogne che d’estate rilasciano effluvi maleodoranti e i tombini che ad ogni pioggia esplodono. La nostra amministrazione tace e fa finta che sia tutto apposto. Per la nostra amministrazione è sempre tutto apposto. Forse perché non vengono mai a constatare di persona ciò che accade. Forse perché stanno altrove, mentre la gente fa i conti coi danni frutto innanzitutto dell’incuria e del lassismo di chi ci governa. Ed è ora di finirla di rispondere col solito ritornello che recita: “erano problemi già esistenti”. Questo non significa che non dobbiate risolverli! Li avete trovati e sapevate che c’erano! Se non vi sentivate in grado di risolverli, non dovevate avere la presunzione di candidarvi! Dire che i problemi già c’erano non vi assolve dall’impegnarvi a porre rimedio! Siete lì per questo. Ora basta! Schiavonea merita rispetto e se nessuno è in grado di dargliene, è doveroso che la rivoluzione parta da noi stessi. Quanto più siamo soli e abbandonati, tanto più dobbiamo contare su noi stessi, per darci da noi quella dignità che altri ci tolgono. Schiavonea ha la capacità di andare lontano. D’altronde non ci pare che l’unione produca poi davvero tutta questa forza e ci fa piacere di non essere la sola anima critica in questa direzione. Di fatti abbiamo iniziato a prendere contatti con chi vuole confrontarsi in maniera costruttiva su quelle che sono le iniziative da intraprendere in favore del riscatto della nostra Schiavonea e siamo favorevolmente colpiti dal fatto che le idee, la forza e il coraggio non mancano. Non siamo una cometa di passaggio, come vorrebbe qualcuno. Ci siamo, abbiamo la nostra forza e siamo decisi a metterla in campo (Comunicato stampa).

Movimento per l’Autonomia di Schiavonea

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