Sanità, caso Calabria. Graziano: Il re è nudo. I commissariamenti sono il circo della sinistra

CATANZARO  – «Avremmo voluto smentirci da soli, purtroppo però quanto fatto vedere ieri sera da Titolo Quinto altro non è che la sintesi di quello che sosteniamo da sempre. Il commissariamento della Sanità in Calabria è diventato un covo di inefficienze e un posto per gestire comando dall’alto. C’è un dato che non può passare inosservato. I tempi di risposta del Governo centrale sulla gestione del Covid: tre mesi per dire che il piano doveva essere gestito dalla struttura commissariale. Un disegno ordito prima della prematura scomparsa della presidente Santelli per far ricadere responsabilità sull’incolpevole amministrazione regionale di Centro Desta e tramutatosi dopo in un ottimo pretesto per dichiarare la Calabria “Zona rossa” e prendere tempo prima di andare ad elezioni. Una vergogna inaudita che smaschera un Governo finto moralista ma soprattutto mette in evidenza, ancora una volta, la fredda brutalità di calcolo del centro sinistra che regge il Dicastero della Salute».

È quanto dichiara il presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, auspicando che, alla luce di verità inconfutabili emerse da un’inchiesta giornalistica, il Consiglio dei Ministri ed il Parlamento si determinino nel revocare il Decreto Calabria ed ogni commissariamento della Sanità nella nostra regione.

«Il re è nudo. Non ci sono altre giustificazioni – aggiunge Graziano – dopo quello a cui hanno assistito ieri sera i calabresi. Il Commissariamento della sanità in Calabria è un grande circo politico, ahinoi, che ha messo in scena i suoi teatrini. Non ci sono giustificazioni. Oggi sappiamo che la Calabria è in lockdown per l’assenza voluta di un piano anti-covid e di interventi che potevano essere messi in campo negli ultimi sei mesi e che non sono stati fatti per scelta, decretando la macellazione sociale di un’intera regione. Non solo. L’inchiesta di Titolo Quinto – precisa – mette in luce la totale mancanza di una strategia per rimettere in piedi la disastrata sanità calabrese. E questo perché chi era deputato a farlo (il commissario) ha agito fino ad oggi solo su indicazioni del Governo e del Ministro della Salute che hanno, a loro volta, deciso di non decidere. Il debito è lievitato a dismisura, i servizi non ci sono e gli ospedali rimangono chiusi. Disarmante lo sguardo del viceministro Sileri nell’assistere al servizio in studio, uno dei pochi che ha sempre contestato lo strumento commissariale calabrese. E non si può generalizzare, tantomeno dire che questo è il fallimento della politica. No. Questo, semmai, è il fallimento di certa politica. Che ha sempre cercato di infilarsi in modo silente negli apparati istituzionali per gestire la macchina del servizio pubblico a proprio piacimento e per proprio tornaconto. Oggi non fallisce Cotticelli. Sarebbe troppo semplice. Oggi – dice il capogruppo UDC a Palazzo Campanella – fallisce e viene smascherata la strategia perversa del Governo e del Ministero della Salute che, alla luce di quanto emerso, ha totale responsabilità sul caso Calabria. E pertanto dovrebbe subito dimettersi. Conte piuttosto che “correre subito ai ripari” e rifilarci un’altra sola con un nuovo commissario, dovrebbe revocare subito il Decreto Calabria e ridare la sanità in mano a chi è stato democraticamente eletto dai calabresi per governare la Regione. Stante il fatto che ormai sappiamo tutti – conclude – che i commissari sono figure che rispondono alla politica»

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