Sanità Calabria, via libera in Senato: stop ai pignoramenti da parte dei privati e ai doppi pagamenti

Passato a Palazzo Madama l’emendamento proposto dai tre parlamentari di Fi di modifica al decreto Calabria bis che elimina alla radice l’eventuale aggressione delle casse degli enti pubblici


È assieme al pacchetto di misure fiscali che Palazzo Madama approva anche la parziale modifica al decreto Calabria bis. Questa mattina il Senato ha infatti votato il decreto legge 146 (misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili) che contiene anche un emendamento finalizzato ad introdurre alcune modifiche al decreto Calabria bis ritenuto dalla Consulta parzialmente viziato da profili di illegittimità.

Il provvedimento è stato approvato nella tarda serata di ieri e adesso transiterà alla Camera per l’approvazione che dovrà avvenire entro il 21 dicembre.

Il contenuto

L’emendamento – firmato dai tre senatori in quota Fi Giuseppe Mangialavori, Fulvia Caligiuri e Marco Siclari – è arrivato però nell’aula di Palazzo Madama molto snellito rispetto la prima versione: dei cinque articoli inizialmente previsti ne rimane solo uno intonso e di tenore decisamente diverso. In primo luogo, il provvedimento interviene per sanare il vulnus aperto dalla sentenza della Corte Costituzionale autorizzando Agenas ad assumere – a partire dal primo gennaio – un contingente di personale composto da 40 unità in supporto dell’azione della struttura commissariale.

Nelle aziende

Le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi potranno poi usufruire di cinque unità di personale destinato alle operazioni di controllo, liquidazione e pagamento delle fatture correnti e pregresse, forse una delle peggiori zavorre che grava sul sistema sanitario regionale con effetti devastanti sul deficit determinato dal fenomeno della liquidazione per due o tre volte consecutive delle stesse fatture.

Lo scudo contro i doppi pagamenti

Il provvedimento dispone, inoltre, che i fornitori riscontrino il debito vantato alle aziende e se ciò non avviene entro il 31 dicembre 2022 questo si intende automaticamente estinto. Oltre a ciò si esclude fino al 31 dicembre 2025 la possibilità di attivare azioni esecutive. Una sorta di scudo che elimina alla radice l’eventuale aggressione delle casse degli enti pubblici. In tal modo si spera di ripulire i bilanci ed evitare i doppi pagamenti attraverso una operazione di revisione contabile.

Blocco alla mobilità

Infine, si offre respiro economico escludendo dal riparto annuale del fondo sanitario il computo della mobilità passiva. In genere le somme dovute dalla Calabria alle altre regioni vengono trattenute alla fonte e liquidate a quelle regioni (per lo più il nord Italia) dove i calabresi “scelgono” nella maggior parte dei casi di curarsi. Ciò non avverrà più, le altre regioni potranno recuperare le somme ma dilazionate nel tempo in un arco quinquennale a partire dal 2026. Alla Calabria poi viene assegnato un fondo di solidarietà pari a 60 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. In precedenza importi erano già stati assegnati per il triennio 2021/2023.

di Luana  Costa Fonte LACNEWS24

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