Sanità Calabria. Longo “rimuove” Belcastro: L’emergenza covid è mia competenza

Guido Longo

Il ministero della Salute ha riconosciuto le funzioni in materia di contrasto alla pandemia in capo al commissario ad acta. Dubbi sulla validità degli atti adottati sino a questo momento del dirigente regionale

Un primo punto fermo c’è: il delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid in Calabria coincide con la figura del commissario ad acta. L’investitura per Guido Longo è assai recente. Risale, infatti, ad appena qualche giorno fa il parere reso dal capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Salute che riconosce in capo al commissario ad acta anche il ruolo di «soggetto attuatore in relazione all’attività anti Covid».

La richiesta di chiarimenti
La nota giunta da via Ribotta altro non è però che una risposta al quesito posto dallo stesso commissario ad acta, Guido Longo, che il 7 gennaio scorso aveva chiesto lumi al ministero della Salute sulla sovrapposizione di competenze e ruoli scaturita dalla nomina di Antonio Belcastro, in qualità di delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid. Una indicazione risalente al giugno del 2020, quando l’ex presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, aveva individuato due soggetti attuatori – Antonio Belcastro e Fortunato Varone – per «coadiuvare il Presidente della Regione nella gestione dell’emergenza in corso».

Deleghe fiduciarie
Deleghe di «natura fiduciaria» – come si legge in quell’ordinanza – e, tuttavia, mai rinnovate all’indomani della prematura scomparsa di Jole Santelli ma che hanno comportato sin dall’inizio problemi e sovrapposizioni di competenze. Basti pensare, ad esempio, alla nota del 7 luglio 2020 quando il predecessore di Luigi Longo, Saverio Cotticelli assalito dal medesimo dubbio aveva scritto al ministero della Salute ponendo lo stesso quesito. Nella nota vergata dall’ex commissario ad acta si riferiva «dell’impossibilità a predisporre la bozza del programma operativo Covid a seguito delle ordinanze della presidente della Regione in cui si prevede che la predispozione, adozione della programmazione e monitoraggio degli atti connessi all’emergenza Covid avvenga da parte del delegato del soggetto attuatore che opera in stretto raccordo con il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute».

Sovrapposizione di competenze
Ormai noto a tutta Italia, il contenuto della risposta del ministero della Salute. Non foss’altro perchè lo stesso Saverio Cotticelli l’apprese in diretta televisiva scoprendo di essere proprio lui competente nella redazione del programma operativo. Lo stesso quesito – ma questa volta dirimente – è stato posto da Guido Longo. E l’8 gennaio il capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute ha riconosciuto senza batter ciglio che «il ruolo di soggetto attuatore in relazione all’attività Covid» è affidata «in via esclusiva» al commissario ad acta.

Nuovi paletti
Una precisazione contenuta nel dca 8, in cui il commissario ad acta, Guido Longo, non si limita però a fissare nuovi paletti per l’esercizio delle sue competenze ma va ben oltre. Infatti, nel documento con cui si vara il piano vaccinale il plenipotenziario della sanità in Calabria se da un lato concede la condivisione del provvedimento con Antonio Belcastro, dall’altro lo derubrica a «già delegato del Presidente della Regione Calabria, a suo tempo individuato con ordinanza presidenziale 50/2020».

La sconfessione
Un passo che ha il sapore di sconfessione e che seppur potrebbe aprire dubbi sulla legittimità degli atti finora adottati dal delegato del soggetto attuatore, certamente pone oggi un limite all’esercizio di quelle stesse competenze. Antonio Belcastro fino al 15 maggio del 2020 ha svolto il ruolo di dirigente del dipartimento Tutela della Salute mentre l’11 giugno è stato nominato dall’ex presidente della Regione, Jole Santelli, delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid in Calabria. Investito di un ruolo non solo di carattere fiduciario ma anche senza «oneri per il bilancio regionale» (fonte: LaCnews24.it).

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